Apprendimento
personalizzato significa adattare gli ambienti, i percorsi e gli approcci
didattici ai bisogni, alle potenzialità e alle aspettative dei singoli
individui che apprendono. Le tecnologie contribuiscono al processo di
personalizzazione offrendo soluzioni che consentono di gestire in modo
flessibile percorsi, ambienti e strumenti.
Storia
L'apprendimento personalizzato è
stato definito in diversi modi da vari autori. Di seguito è proposto un
excursus cronologico a partire dai primi autori che hanno utilizzato il termine
"personalizzazione".
- Parkhurst e il piano Dalton (19°
secolo): il piano Dalton ha lo scopo di promuovere l'autonomia e il senso
di fiducia degli studenti in modo da potenziare le loro competenze sociali
e il loro senso di responsabilità. Ogni studente può programmare il
proprio curriculum secondo i propri bisogni, interessi e abilità.
-
- Washburne e il piano Winnetka (primi
del '900): il piano Winnetka si propone di ampliare l'esperienza educativa
includendo in essa attività creative volte allo sviluppo delle competenze
sociali ed emotive. Il tipo di programma utilizzato nel piano Winnetka
diventerà noto in seguito come "Istruzione Programmata".
-
- Edouard Claparède in L'école sur mesure
(1920): agli
alunni viene data la possibilità di scegliere liberamente fra una serie di
attività proposte dall'insegnante, al fine di migliorare la crescita
intellettuale, sociale e morale, sviluppando la propria personalità in
modo completo.
-
- Kilpatrik e il Project Method (inizi
del 20° secolo): il metodo di Kilpatrik pone l'alunno al centro del
processo di apprendimento che si realizza attraverso attività di problem setting e problem
solving. L'intervento del docente è minimizzato, il suo
ruolo è di facilitatore:
piuttosto che elargire informazioni e conoscenze, incoraggia
l'autodecisione e l'autocontrollo dell'alunno.
-
- Bloom e il Mastery learning (anni
'50-'60): il Mastery learning
è un metodo di istruzione che parte dal presupposto che tutti gli studenti
possono apprendere se hanno a disposizione appropriate condizioni di
apprendimento. In modo particolare, il Mastery learning, tradotto letteralmente "apprendimento per padronanza", richiede
agli studenti di seguire un percorso propedeutico in cui non è possibile
passare ad una fase più complessa se prima non si è dimostrato di aver
acquisito una sufficiente competenza nell'unità di apprendimento in corso.
-
- Gardner (anni '50): nella Teoria delle Intelligenze Multiple, Gardner sostiene che
gli uomini hanno diversi modi di apprendere e di elaborare le
informazioni, indipendenti l'uno dall'altro. Questa concezione si pone in
alternativa all'idea generale di una unica forma
di intelligenza che è il risultato di una serie di abilità
correlate e che è misurabile attraverso la formula del Quoziente
Intellettivo.
-
- Keller (anni '60): il Sistema di Istruzione
Personalizzata proposto da Keller imposta il compito dell'istruzione sulla
base dei fabbisogni formativi degli studenti, consentendo loro di lavorare
in modo autonomo ai moduli formativi. Il metodo si basa sul riconoscimento
dei ritmi individuali di apprendimento: la durata del compito è quella
necessaria all'acquisizione della competenza secondo i ritmi di ciascuno
studente. Il Sistema di Istruzione Personalizzata presenta inoltre alcuni
elementi in comune con il costruttivismo sociale:
agli studenti viene chiesto di lavorare in gruppo e di fornire l'un
l'altro supporto fra pari, con la supervisione di un facilitatore che
risponde a domande sui contenuti di apprendimento.
-
- Jerome Bruner (anni '60): sebbene Bruner non usi
esplicitamente il termine "personalizzazione", il suo approccio
autobiografico fornisce molti spunti per l'educazione degli adulti e ha
diversi punti in comune con l'idea di personalizzazione
dell'apprendimento. Secondo il suo approccio, l'esperienza dell'individuo
e il contesto culturale entro il quale esso apprende costituiscono parte
fondante delle strategie e degli stili di apprendimento. Bruner attribuisce grande importanza al linguaggio,
assegnandogli la funzione di esplicitare le conoscenze. La
competenza narrativa è quindi una competenza di base, per le esperienze di
apprendimento, in quanto consente all'individuo di narrarsi e di
collocarsi nel mondo e di dargli un significato. L'esperienza
dell'auto-narrazione rende gli individui consapevoli della loro identità e
si presenta come una base di partenza per la progettazione futura.
-
- Hoz (1970): il primo studioso ad
utilizzare il termine "personalizzazione" nel contesto delle
Scienze dell'Educazione, il suo lavoro più importante è "Educazione
Personalizzata" pubblicato nel 1981.
Il termine
"personalizzare" è stato usato nel 2004 in Inghilterra da David Miliband in un discorso nel quale
affermò: "l'apprendimento personalizzato è la via verso la quale le nostre
migliori scuole adattano la formazione al fine di assicurare che ogni ragazzo
raggiunga i migliori standard possibili. Il nostro compito è di rendere questa
pratica universale". Questo discorso era guidato dal desiderio generale
del Governo in carica (Tony Blair – Partito Laburista) di riorganizzare i
servizi formativi. Blair, preoccupato
per la perdita di credibilità delle istituzioni pubbliche, proponeva in
questo modo nuove strategie per aumentare la fiducia nel settore pubblico.
Questa riorganizzazione ha principalmente significato un passaggio da
un'offerta generalizzata dei servizi da parte dello Stato, ad un approccio
basato sui reali interessi e sulle attività dei cittadini. Parti di questa
riorganizzazione appaiono allineate con le nuove politiche che enfatizzano il
ruolo dei mercati e del settore privato nel soddisfare i fabbisogni sociali.
Il
dottor David Hargreaves pone invece l'attenzione sul processo piuttosto che sul
prodotto. Hargreaves ha tentato di definire
questa idea stabilendo nove passaggi per la personalizzazione
dell'apprendimento:
·
la voce dello studente;
·
la valutazione degli apprendimenti;
·
l'apprendere ad apprendere;
·
le nuove tecnologie;
·
il percorso di apprendimento;
·
l'orientamento e l'informazione;
·
le azioni di supporto e di coaching;
·
lo sviluppo delle forze lavoro;
·
l'organizzazione e la pianificazione
del Sistema scuola.
Anche Charles Leadbeater ha
contribuito alla definizione del termine "personalizzazione"
attraverso delle indicazioni per la personalizzazione dei servizi pubblici nel
Regno Unito.
Il dottor David Hopkins considera
l'apprendimento personalizzato uno dei principali pilastri della riforma,
mentre il dottor Michael Fullan ricorda che negli Stati Uniti il concetto di apprendimento
personalizzato è più comunemente associato con l'istruzione differenziata.
Definizioni
Il termine
"personalizzazione" deve essere distinto dal termine
"differenziazione", in relazione all'opportunità di scelta che viene
offerta allo studente rispetto a cosa apprendere, quando e come. La frase che
spesso viene utilizzata per descrivere l'apprendimento "any time, any
place or any place" non indica necessariamente un'illimitata possibilità
di scelta, poiché chi apprende ha comunque degli obiettivi da raggiungere.
Comunque, è possibile offrire a chi apprende l'opportunità nel modo che
preferisce e che ritiene più adatto ai propri stili e alle proprie attitudini
di apprendimento.
Talvolta
"personalizzazione" è impropriamente utilizzato come sinonimo di
"individualizzazione": i due termini hanno due distinte implicazioni
pedagogiche.
L'individualizzazione si riferisce all'insieme delle strategie didattiche
che intendono garantire agli studenti il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento, con
ritmi differenti, in tempi diversi, e modalità diverse rispetto agli stili
cognitivi. L'insegnante (o il computer) gestisce e sceglie la migliore
soluzione per chi apprende.
La
personalizzazione intende valorizzare il potenziale
cognitivo di chi apprende, la
sua biografia, l'intelligenza, la sensibilità e le competenze (incluse quelle
emotive) che caratterizzano ciascun individuo in quanto persona, al fine
di raggiungere una forma di eccellenza cognitiva, sviluppando tutte le proprie attitudini, capacità e talenti.
I risultati e gli obiettivi di apprendimento saranno quindi diversi per
ciascuno studente, e non sarà possibile stabilirli dall'inizio
dell'apprendimento. Non è tanto la tipologia di
competenze da acquisire ad influire sui risultati, ma il diverso grado di
abilità nell'utilizzo di queste stesse competenze. Chi apprende, guidato
da chi insegna, è un co-designer attivo dell'esperienza e del percorso di
apprendimento.
Differenze tra individualizzazione e
personalizzazione
Individualizzazione
- Stessi
obiettivi per tutti
- Applicazione
di differenti strategie didattiche per acquisire le competenze chiave
- La proposta
curriculare è definita dallo staff educativo
- Valorizzazione
della dimensione cognitiva di chi apprende
- Valorizzazione
delle precedenti conoscenze e competenze, formali e non
- La capacità
di autodirezione di chi apprende è secondaria
- L'insegnante
ha un ruolo chiave
|
Personalizzazione
- Obiettivi
differenti per ognuno
- Applicazione
di differenti strategie didattiche per promuovere il potenziale personale
- Chi apprende
partecipa attivamente alla costruzione del proprio percorso
- Valorizzazione
di tutte le dimensioni dell'alunno, non solo quella cognitiva
- Valorizzazione
delle precedenti conoscenze, competenze e abilità, formali e non
- L'autodirezione
è una capacità fondamentale
- Il tutor ha
un ruolo chiave
|
L'approccio dialogico
è decisivo nella personalizzazione, come pure il costruttivismo
cognitivo sociale. Un esempio efficace in tal senso è quello dei learning logs che supportano lo
sviluppo delle strategie di pensiero e delle competenze di apprendimento.
Nonostante l'apprendimento personalizzato possa realizzarsi in ambienti
tradizionali come quelli della scuola, questo concetto include ogni esperienza di apprendimento
che può realizzarsi ovunque. L'apprendimento personalizzato può essere
il risultato di una attività in partnership con altri studenti, come accade nei
lavori di gruppo o nelle attività di ricerca su temi specifici. In questo caso
l'apprendimento "anywhere, anytime, anyplace" può essere interpretato
alla luce delle nuove forze di globalizzazione che stanno influenzando il trend
educativo, in cui tempi, spazi e ritmi sono virtualizzati e la distanza è
azzerata.
Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione
possono essere dei validi strumenti per la personalizzazione dell'apprendimento
in quanto consentono a chi apprende di accedere alle
fonti di informazione, forniscono strumenti
e supporti alla comunicazione che consentono il dialogo e il dibattito,
così come la visualizzazione dei risultati di apprendimento. In ogni caso,
l'apprendimento personalizzato non è appannaggio esclusivo delle tecnologie o
degli ambienti virtuali.
Dibattito
L'apprendimento personalizzato
rappresenta un recente argomento di dibattito nel settore dell'Educazione. Sia
nel Regno Unito dal 2006,
sia in Canada dal 2010 alcuni educatori e formatori temono che questo
approccio possa diminuire le dimensioni relazionali e etiche della funzione
educativa. Il tema generale del dibattito è che l'agenda dell'apprendimento
personalizzato ruota sempre più attorno alle opportunità offerte dagli
strumenti digitali. I dottori Andy Hargreaves e Dennis Shirley, inoltre,
mettono in guardia rispetto ai potenziali aspetti negativi di alcune dimensioni
dell'apprendimento personalizzato nel loro libro The Fourth Way: The Inspiring Future for Educational Change,
dove affermano che, mentre ci sono dei vantaggi nel fatto che gli studenti
possano accedere alle informazioni
in modo immediato e online, non si deve commettere l’errore di scambiare
questo processo come "qualcosa di più profondo, più stimolante e connesso
alle appassionanti sfide del loro mondo e delle loro vite".
Anche in Italia si è sviluppato, nel
corso degli anni, un intenso dibattito riguardo la personalizzazione inerente
sia al significato stesso del termine, sia in merito a possibili limiti
dell'approccio.
Claudia
Montedoro usa i termini individualizzazione e
personalizzazione come sinonimi, riferendosi ad un percorso formativo
finalizzato ad adattare le azioni didattiche ed educative alle caratteristiche
individuali degli studenti in modo da supportarli nel miglioramento delle loro
possibilità. La studiosa afferma che un percorso di apprendimento
personalizzato/individualizzato dovrebbe essere personalizzato secondo le
specifiche caratteristiche degli studenti, formalizzato attraverso un accordo,
monitorato per tutta la durata del percorso di apprendimento e capace di
aumentare le competenze di base, trasversali e specifiche degli studenti. Per
raggiungere questi obiettivi, il percorso di apprendimento
individualizzato/personalizzato deve promuovere l'auto-osservazione,
l'auto-direzione in azione, l'orientamento, il confronto tra pari e la
condivisione delle conoscenze.
Marco
Guspini, esperto di apprendimento degli
adulti, definisce la personalizzazione come la valorizzazione del potenziale
che ognuno può esprimere, attraverso una completa condivisione, un'interazione
collaborativa e non competitiva, una partecipazione empatica all'intero
processo di sviluppo. Questo richiede l'acquisizione di competenze strategiche come
l'auto-valutazione, l'auto-orientamento, la gestione delle emozioni negative,
l'attitudine collaborativa e tutte le competenze che esprimono una piena
consapevolezza e fiducia in sé stessi. Secondo Guspini, personalizzare
significa utilizzare un ampio gruppo di strategie che permettono di valorizzare
la biografia, le
intelligenze, le sensibilità e le competenze che caratterizzano ogni persona,
affinché questa possa raggiungere una forma di eccellenza cognitiva sviluppando
al meglio le proprie capacità e i propri talenti.
Mario
Martinelli distingue individualizzazione da
personalizzazione. Egli riferisce l'individualizzazione alle teorie attiviste,
elaborate all'inizio del 20° secolo, da Montessori, Decroly, Freinet, Dewey e Claparede.
Martinelli definisce la personalizzazione come la risposta pedagogica alle
richieste di promozione dei processi di apprendimento, dei percorsi di
formazione, soluzioni didattiche rispettose delle specificità individuali e
delle differenti motivazioni, interessi, competenze, capacità, stili cognitivi,
attitudini, caratteri, biografie, esperienze di apprendimento, di ogni
studente. Questo significa organizzare tutte le attività didattiche e formative
in modo da promuovere il miglior sviluppo delle capacità di ogni studente. La
personalizzazione intende offrire a tutti la stessa opportunità di
apprendimento, in modo da contenere lo svantaggio professionale e l'abbandono
scolastico, sviluppando competenze meta-cognitive di auto-riflessione, consapevolezza,
auto-apprendimento e orientamento professionale. Martinelli specifica che la
personalizzazione deve essere distinta dall'individualismo. La
personalizzazione è il punto di equilibrio tra le specifiche caratteristiche
della cultura individuale e di appartenenza, tra il processo di apprendimento
personale e la costruzione sociale della conoscenza. In accordo con questa
definizione, la
personalizzazione si basa sul riconoscimento delle differenze come un valore.
Differenze che devono essere identificate e conosciute, in modo da
differenziare i percorsi di apprendimento, ma in un contesto di solidarietà,
collaborazione, interessi comuni, pari rispetto e supporto. Ogni componente del
gruppo di apprendimento contribuisce in modo differente alla comune costruzione
della conoscenza. Personalizzare significa, in accordo con Martinelli,
pianificare le attività di apprendimento basate sui bisogni di apprendimento e
gli interessi di ogni studente e di tutto il gruppo degli studenti, negoziando
il consenso tra gli studenti e i professori e la condivisione del significato
condiviso dell’esperienza di apprendimento.
Secondo Benedetto Vertecchi, personalizzare un percorso
di apprendimento significa adattare gli obiettivi formativi ai risultati che si
prevede che ogni studente sia capace di raggiungere e quindi adattare gli scopi
formativi ai successi previsti. In tal senso mette in guardia dalla funzione
predittiva della valutazione: un'assunzione deterministica legherebbe i risultati raggiungibili da
ogni studente alle sue caratteristiche individuali. Questo accade,
secondo Vertecchi, quando per esempio i professori osservano uno studente che
apprende con difficoltà e tendono a ridurre le loro aspettative di successo per
quello studente, senza approfondire le cause delle difficoltà di apprendimento.
Vertecchi ipotizza che questo approccio potrebbe essere apparentemente
realistico se confrontato con l'approccio di individualizzazione, che pretende
di permettere a tutti di raggiungere gli stessi risultati. Tuttavia, se un
insegnante ha basse aspettative riguardo uno studente, probabilmente
quest'ultimo raggiungerà risultati più bassi di quelli previsti, con una
tendenza a peggiorare.
I diversi interlocutori partecipanti
al dibattito sull'apprendimento personalizzato sono d'accordo nell'affermare
che le scuole e le istituzioni formative dovrebbero
diventare più flessibili e adattarsi in risposta ai diversi interessi e
fabbisogni degli studenti. Essi concordano sul grande potenziale
rappresentato dalle nuove tecnologie della comunicazione; tuttavia, le loro
opinioni differiscono sulle ragioni che li conducono a criticare le scuole e i
percorsi formativi tradizionali, come pure rispetto al livello di fiducia che
hanno nel ruolo delle tecnologie nell'età contemporanea.
Il documento pubblicato nel 2006
dall'OECD sulla Personalizzazione dei Sistemi Scolastici ben riassume questo
dibattito, che attualmente si è arricchito anche grazie alle attività di
ricerca finanziate dai fondi comunitari. È il caso per esempio della ricerca realizzata
nel biennio 2010-2011 nell'ambito del Progetto Europeo Grundtvig LEADLAB – Leading Elderly and Adult
Development LAB. In questo progetto, i partner, provenienti da
differenti Stati Europei (Italia, Francia, Germania, Finlandia, Grecia, Spagna
e Svizzera) hanno proposto una definizione comune e condivisibile, a livello
europeo, del termine personalizzazione, nel contesto della NVAE – Non Vocational Adult Education
(Educazione non Professionale degli Adulti). Questa definizione comune non si
basa su modelli teorici, ma è fornita a partire dalle esperienze dei vari
Paesi.
La definizione emersa dal lavoro di
ricerca evidenzia le seguenti caratteristiche comuni:
- Coinvolgimento di tutte le dimensioni
di chi apprende (cognitive, sociali, emotive);
- Potenziamento della consapevolezza del processo
di apprendimento;
- Sviluppo dell'autoregolazione del
processo di apprendimento;
- Co-progettazione del percorso di apprendimento;
- Sviluppo del processo di auto-valutazione;
- Sfide di apprendimento piuttosto
che obiettivi di apprendimento;
- Percorsi di apprendimento invece di curriculum
predefiniti o programmi di formazione;
- Risultati potenzialmente
raggiungibili non definibili a priori.
In linea con questa definizione, i
partner del progetto LEADLAB hanno proposto un modello europeo integrato di
personalizzazione e delle linee guida per applicarlo.
Sempre nel framework delle ricerche
finanziate dall'Unione europea, il Progetto di trasferimento dell'innovazione
Leonardo Da Vinci, I TUBE –
Innovation Transfer in continuos education of an integrate model Based on
Personalization and digital portfolio adatta e trasferisce il modello di
personalizzazione nell'educazione professionale e nei sistemi di formazione
degli adulti, tramite il supporto e l'utilizzo del digital portfolio.
L'elemento innovativo risiede in una duplice applicazione dell'idea di
personalizzazione dell'apprendimento attraverso le tecnologie e in una
dimensione collettiva.