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giovedì 25 ottobre 2012

Lettera aperta di una docente a Pier Luigi Bersani





Lettera aperta di una docente a Pier Luigi Bersani


Egregio Onorevole Bersani,
provo a spiegarLe per quale motivo considero vergognosa  la contro-proposta del ministro Profumo di aumentare le ore di lezione dei docenti di “sole” 3 ore (da 18 a 21 ore settimanali) invece che di 6 ore come egli avrebbe voluto:


 




1)          La proposta è vergognosa perché fa parte di un gioco ormai ben noto: il Governo diffonde la notizia di un provvedimento inaccettabile (in questo caso l’aumento di ben un terzo rispetto all’orario di lavoro attuale). I lavoratori si indignano e promettono proteste e battaglie di vario genere; solo a questo punto i partiti intervengono e il ministro fa marcia indietro, ma di poco, di quel tanto che basta per rendere il provvedimento meno indigesto e fare in modo che esso venga accettato come il minore dei mali.  È un metodo che conosciamo bene, dicevo, lo ha usato Berlusconi, continua ad usarlo il governo Monti, lo ha accettato spesso anche il Partito Democratico (cfr. riforma delle pensioni e modifica dell’Art.18); mi auguro che stavolta non ne prenda parte. 


 



      2    La proposta è vergognosa perché porterebbe a termine il massacro dei precari, già messi a dura prova, messi al bando, direi, dai 143.000 tagli chiamati Riforma Gelmini, dalla Spending Review (l’Art.14 comma 17 prevede che i docenti in esubero possano insegnare anche materie per le quali non siano in possesso di abilitazione) e, infine, dall’inutile e iniquo concorso voluto da Profumo, accolto (e votato!) dal Suo partito con imbarazzante cerchiobottismo. 


 



3)          La proposta è vergognosa perché rende manifesto l’assoluto disprezzo della politica per la professionalità dei docenti. I nostri alunni, Onorevole, non sono polli in batteria e non possono essere trattati come tali; non sono carte, che si possono accumulare sulla scrivania una sull’altra; sono persone, e persone in formazione, hanno bisogno di attenzione, di cura, hanno bisogno del nostro tempo. Ne hanno il diritto. Le ricordo, inoltre, che le ore trascorse in classe rappresentano solo una parte del lavoro svolto dagli insegnanti, al quale si devono aggiungere le riunioni, i consigli di classe, i collegi dei docenti, i colloqui con i genitori, il tempo necessario per preparare e correggere le verifiche, studiare, approfondire, aggiornarsi.



 




 4)          La proposta, Onorevole, è infine e soprattutto vergognosa perché nei paesi civili i contratti vanno rispettati, non possono essere modificati a piacimento del datore di lavoro, sia pure esso lo Stato, con metodi autoritari, in stile Marchionne, indegni di una Democrazia.
Spero vivamente che Lei tenga fede alla Sua parola, che almeno stavolta non scenda a compromessi con il Governo, che si rifiuti di votare un provvedimento siffatto. Un  partito che si dichiara “di sinistra” deve pretendere che tutti i cittadini abbiano gli strumenti culturali necessari per affrontare la vita e le medesime possibilità di successo, e deve, a tale scopo, privilegiare in maniera assoluta gli investimenti nell’istruzione pubblica,  in una scuola democratica, che sia di tutti e per tutti; la scuola prevista dalla Costituzione italiana (a questo proposito ne approfitto per farLe conoscere il mio assoluto dissenso nei confronti della legge n.953, ex Aprea, che il Suo partito ha convintamente votato). Aggiungo che nella situazione attuale le ingenti cifre spese per sovvenzionare la scuola privata sono disgustosamente inaccettabili.
Sarebbe triste constatare, ancora una volta, che il Partito Democratico non rappresenta i docenti né gli studenti, non rappresenta quei lavoratori e quei cittadini per i quali il diritto resta qualcosa di più di un fastidioso orpello privo di senso.
Con flebile speranza, Le porgo distinti saluti.


Elvira Parisi

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