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martedì 4 settembre 2012

Idiot Savant - “gli idioti sapienti"



 




Leslie Lemke è un virtuoso della musica. A 14 anni fu capace di suonare, impeccabilmente e senza esitazio­ni, il Concerto per pianoforte n. 1 di Chajkovskij dopo averlo ascoltato per la prima volta in televisione pa­recchie ore prima. Lemke non aveva mai seguito le­zioni di piano, e non lo ha mai fatto in seguito. È cie­co, affetto da disordini dello sviluppo e soffre di paralisi cerebrale; tuttavia tiene con­certi negli Stati Uniti e altrove, suonando e cantando un repertorio di migliaia di pezzi, e sa anche im­provvisare e comporre.



 


Le opere d'arte di Richard Wawro hanno ottenuto riconosci­menti a livello internazionale e fanno parte delle collezioni di personaggi famosi, come Margaret Thatcher e papa Giovanni Paolo II. Un critico d'arte londinese si è detto «folgorato» dai di­segni che l'artista eseguì da bambino, descrivendoli come «un incredibile fenomeno reso con la precisione di un meccanico e la visione di un poeta». Wawro, che vive in Scozia, è autistico. Kim Peek è un'enciclopedia ambulante. Ha memorizzato ol­tre 7600 libri; sa elencare le strade che conducono a ciascuna città americana, grande o piccola, insieme con i loro codici po­stali e prefissi telefonici, nonché le stazioni televisive e di co­municazioni che servono ciascuna area. Se gli dite la vostra data di nascita, sa calcolare in che giorno della settimana è ca­duta e in che giorno cadrà quando avrete 65 anni e andrete in pensione. Peek è in grado di identificare la maggior parte delle composizioni di musica classica e sa in che data ogni pezzo venne pubblicato o eseguito per la prima volta, nonché il luo­go e le date di nascita e di morte del compositore. Anch'egli è affetto da disordini dello sviluppo e dipende dal padre per mol­te necessità della vita quotidiana.


  


Le sue capacità fornirono 1'i­spirazione per il personaggio di Raymond Babbitt, interpretato da Dustin Hoffman nel celebre film del 1988 Rain man. Lemke, Wawro e Peek sono tutti affetti da sindrome del sa­vant, una patologia poco comune ma estremamente interes­sante nella quale persone che soffrono di svariati disordini dello sviluppo, compreso 1'autismo, possiedono incredibili «isole» di brillanti capacità in estremo contrasto con il loro ge­nerale handicap mentale. La sindrome del savant si osserva in 1 su 10 pazienti autistici e in circa 1 su 2000 individui affetti da danni cerebrali o ritardo mentale. Dei savant noti, almeno metà sono autistici e gli altri mostrano tipi diversi di disordini dello sviluppo. La sindrome del savant conserva molti aspetti misteriosi; tuttavia i progressi nell'ottenimento di immagini cerebrali stanno consentendo di ricavarne un quadro più completo, e la tradizionale teoria che chiama in causa un danneggiamento dell'emisfero cerebrale sinistro ha trovato conferma in questi studi. Per di più, nuovi dati sull'improvvisa comparsa della sindrome del savant in persone affette da certi tipi di demenza hanno rivelato la straordinaria possibilità che alcuni aspetti di questa forma di genio possano esistere in forma quiescente in ciascuno di noi.


La definizione di Down o sindrome del savant
Descrizioni della sindrome del savant appaiono nella lette­ratura scientifica già nel 1789. Benjamin Rush, il «padre della psichiatria americana», descrisse la rapidissima abilità di cal­colo di Thomas Fuller, che non era in grado di comprendere la matematica al di là del semplice far di conto. Se gli si chiedeva quanti secondi avesse vissuto un uomo di 70 anni, 17 giorni e 12 ore, Fuller forniva la risposta esatta di 2.210.500.800 im­piegando solo un minuto e mezzo; e per arrivare a questo nu­mero aveva dovuto tener conto di 17 anni bisestili.



 


Fu solo nel 1887, tuttavia, che si cominciò a studiare più ampiamente la bizzarra coesistenza di capacità deficitarie ed eccezionali. In quell'anno J. Langdon Down, famoso per aver identificato 1'omonima sindrome, descrisse 10 persone affette da sindrome del savant. Aveva conosciuto questi individui straordinari nei suoi 30 anni di lavoro come sovrintendente dell'Earlswood Asylum di Londra. Fu lui a coniare il termine oggi non più usato di “idiot savant”, che deriva dalla classifi­cazione allora accettata di idiota (un individuo con quoziente intellettivo inferiore a 25), e dal verbo francese savoir, che si­gnifica «sapere».
E trascorso oltre un secolo dalla descrizione di Down, e dal centinaio di casi riportati da allora nella letteratura scientifica possiamo dire di avere una conoscenza assai più approfondita di questa singolare condizione. È oggi chiaro che la sindrome del savant generalmente si manifesta in persone il cui QI è compreso fra 40 e 70, sebbene sia comparsa anche in individui con QI che arriva fino a 114. Colpisce in massima parte il sesso maschile, dato che si contano 4-6 savant maschi per ogni fem­mina; e può essere congenita o insorgere più tardi, a seguito di una malattia (come 1'encefalite) o di una lesione cerebrale.


 



La prevalenza dell’emisfero destro
Le capacità che si manifestano nella sindrome del savant sono per lo più limitate e tendono a essere quelle basate nel­l'emisfero cerebrale destro: ovvero, si tratta di abilità preva­lentemente non simboliche, artistiche, visive e motorie. Com­prendono musica, arte, matematica, abilità di calcolo, nonché attitudine alla meccanica e capacità spaziali. Viceversa, le abilità basate nell'emisfero sinistro sona più sequenziali, logi­che e simboliche, e includono quelle linguistiche.


I savant musicali
La maggior parte dei savant musicali ha intonazione per­fetta ed esegue musica con facilità sorprendente, in genere al pianoforte; alcuni sono capaci di creare composizioni com­plesse. Per qualche motivo, il genio musicale sembra associa­to a cecità e ritardo mentale, come nel caso di Lemke. Uno dei savant più celebri fu “Blind Tom” Bethune, vissuto dal 1849 al 1908; in vita, venne definito «1'ottava meraviglia del mon­do». Sebbene avesse un vocabolario di meno di 100 parole, sapeva eseguire meravigliosamente oltre 7000 pezzi per pia­noforte, molti dei quali di sua creazione. (Alcune sue compo­sizioni sono state incise recentemente dal musicista John Da­vis e pubblicate su CD.)
Per parte loro, gli artisti savant utilizzano una varietà di mezzi espressivi, ma in genere tendono a preferire il disegno e la scultura. Alonzo Clemons, per esempio, è capace di model­lare in meno di 20 minuti una replica perfetta di un animale visto fuggevolmente alla televisione; la sua figurina In cera risulta invariabilmente corretta in tutti i dettagli anatomici e perfettamente proporzionata.
I savant della matematica fanno calcoli con incredibile ra­pidità e spesso hanno una particolare sensibilità per i numeri primi. Stranamente, la capacità di calcolo calendariale mo­strata da Peek non si limita a questa categoria di savant, ma sembra coesistere con molte abilità differenti.
Parecchie altre capacità appaiono meno di frequente. Un raro tipo di savant può avere notevoli abilità linguistiche, nel senso che sa memorizzare molte lingue, pur non essendo in grado di comprenderle. Altri caratteri insoliti includono una sensibilità olfattiva, tattile e visiva fuori dal comune; cono­scenze eccezionali in campi come la storia, la neurofisiologia, la statistica o la navigazione; e una straordinaria abilità spa­ziale. Per esempio, una savant musicale cieca, di nome Ellen, sa dirigersi in un bosco fitto o in un altro luogo non familia­re senza urtare alcun aggetto. Ellen riesce anche a valutare perfettamente il passare del tempo benché non possieda un orologio, neppure uno con il quadrante in Braille. Questa sin­golare capacità si manifestò un giorno in cui sua madre le fe­ce ascoltare la «signora del segnale orario» al telefono. Dopo aver sentito per breve tempo la voce registrata intonare mi­nuti e secondi, Ellen, a quanto pare, mise in moto una sorta di orologio interno. Da allora, è capace di dire che ora è con la massima precisione, in qualunque stagione dell'anno.



 


Una notevole memoria
Le capacità dei savant sono sempre associate a una notevo­le memoria; questa è profonda, focalizzata e basata sulla reci­tazione abituale, ma non comporta la comprensione di ciò che viene detto. Alcuni dei primi osservatori la defînirono «memoria senza riferimenti»; Down stesso utilizzò il termine «adesione verbale» per caratterizzarla. Uno dei suoi pazienti era un ragazzo che aveva letto i sei volumi della “Storia della decadenza e caduta dell’impero romano” di Edward Gibbon, e sapeva recitarli parola per parola, ma non ne comprendeva affatto il significato. Sebbene abbiano in comune molti talenti, fra cui la memo­ria, i savant variano enormemente nel livello di abilità. Talu­ni hanno una fissazione, e una discreta abilità, nel memoriz­zare statistiche sportive e numeri di targa. I savant di talento possiedono doti musicali o artistiche di gran lunga superiori a quanto ci si aspetterebbe da persone con i loro handicap. E i rarissimi savant prodigio hanno capacità tali che risulterebbe­ro sorprendenti anche in individui privi di deficit. Per dare un ordine di grandezza, oggi in tutto il mondo vi sono probabil­mente meno di 50 savant prodigio. Quali che siano i loro talenti, i savant di solito li conserva­no per tutta la vita. Grazie all'uso continua, le loro abilità si mantengono e qualche volta addirittura migliorano. E, in quasi tutti i casi, l'acquisizione di capacità linguistiche, di so­cializzazione o legate alla vita quotidiana non pregiudica queste straordinarie abilità; anzi, il loro talento qualche volta aiuta i savant a stabilire una routine o un modo di vita nor­mali 



 


L'importanza dell'emisfero sinistro
Sebbene oggi gli specialisti siano in grado di caratterizzare meglio i talenti dei savant, non vi è alcuna teoria generale che possa descrivere esattamente come e perché essi possieda­no queste abilità. La spiegazione più appropriata sembra esse­re quella secondo cui una lesione dell'emisfero cerebrale sini­stro indurrebbe quello destro a compensare il deficit. I dati a favore di questa ipotesi si stanno accumulando da diversi de­cenni. Nel 1975 uno studio pneumoencefalografico evidenziò danni dell'emisfero sinistro in 15 su 17 pazienti autistici; quattro di loro erano savant. (La pneumoencefalografia era una dolorosa tecnica per l'ottenimento di immagini cerebrali - oggi non più usata - nella quale si iniettava aria nel liduido cerebra-spinale del paziente e si eseguiva una radiografia del cervello per vedere dove migrava l'aria iniettata.) Uno studio eloquente pubblicato da T. L. Brink nel 1980 diede ulteriore credibilità all'idea che le alterazioni dell'emisfe­ro sinistro fossero importanti nella sindrome del savant. Brink, uno psicologo del Crafton Hills College in California, descrisse un bambino normale di nove anni che era diventato muto, sordo ed emiplegico sul lato destro a causa di un danno da proiettile all'emisfero sinistro. Dopo questo fatto, cominciò a manifestare insolite abilità meccaniche: era in grado di ripara­re biciclette con un complesso sistema di rapporti e di conge­gnare piccole invenzioni.


Matura prima il destro poi il sinistro
Anche le ricerche di Bernard Rimland dell'Autism Research lnstitute di San Diego confermano questa idea. Rimland gesti­sce la maggiore base di dati al mondo sulle persone affette da autismo; possiede informazioni su oltre 34.000 individui. Egli ha osservato che le capacità da savant che in genere si manife­stano negli autistici sono quelle associate alle funzioni dell'e­misfero destro, mentre le capacità più deficitarie sono associa­te alle funzioni dell'emisfero sinistro. Alla fine degli anni ottanta Norman Geschwind e Albert M. Galaburda della Harvard University proposero una teoria per dar conto dell'origine di una parte delle lesioni all'emisfero si­nistro, nonché del fatto che i savant sono in gran parte ma­schi. Nel loro libro Cerebral Lateralization, i due neurologi os­servarono che l'emisfero sinistro del cervello normalmente completa il proprio sviluppo più tardi di quello destro, ed è quindi soggetto per un periodo più lungo a influenze prenata­li che possono essere dannose. Nel feto maschile, una di que­ste influenze nocive può essere rappresentata dal testosterone in circolo, che è in grado di rallentare la crescita e di pregiudi­care la funzionalità dei neuroni nel vulnerabile emisfero sini­stro. Come conseguenza, l'emisfero destro spesso si trova a compensare, e diventa più grande e più dominante nei ma­schi. Tant'è che 1'elevato rapporto fra maschi e femmine non si osserva soltanto nella sindrome del savant, ma anche in al­tre forme di disfunzioni del sistema nervoso centrale, come la dislessia, il ritardo nell'acquisizione del linguaggio, la balbu­zie, 1'ipercinesia e 1'autismo.



 


Diventare savant. Danni al cervello e doti artistiche
In anni recenti, si sono ottenuti ulteriori dati che danno conferma all'ipotesi dell'emisfero sinistro. Nel 1998 Bruce L. Miller dell'Università della California a San Francisco esaminò cinque pazienti anziani affetti da demenza fronto-temporale (FTD), una forma di demenza presenile. Costoro, con 1'instau­rarsi e il progredire della malattia; avevano sviluppato doti ar­tistiche: erano diventati capaci di eseguire copie precise di opere d'arte e di dipingere splendidamente. Coerentemente con quanto si osserva nei savant, la creatività di questi cinque individui si esprimeva nel campo di competenza della vista, e non in quello verbale. L'analisi tomografica a emissione di fo­tone singolo (SPECT) mostrò che le loro lesioni si concentra­vano per lo più nell'emisfero cerebrale sinistro. Miller esaminò sette altri pazienti che avevano sviluppato doti musicali o ar­tistiche dopo la comparsa della FTD, e confermò la presenza di danni nell'emisfero sinistro. Miller, Craig Hou della Washington University e altri hanno poi confrontato queste tomografie con quelle relative a un bambino autistico di nove anni, che chiameremo D.B., dotato di eccezionale talento artistico. Le immagini SPECT di D.B. hanno rivelato un affusso sanguigno superiore al normale in alcune parti della neocorteccia, e uno inferiore al normale nel lobo temporale sinistro. (La neocorteccia è deputata alle fun­zioni cognitive di alto livello, mentre il lobo temporale è re­sponsabile di alcuni aspetti della memoria e dell'emotività.) Miller spera di poter studiare altri artisti savant per vedere se i suoi risultati hanno applicabilità generale.


I savant e la memoria procedurale
Ma il fatto che sia D.B. sia i pazienti anziani afFetti da FTD che hanno manifesta­to all'improvviso talenti da savant presentino gli stessi segni patologici è davvero notevole e fa sperare che sia presto possi­bile identificare con esattezza le strutture neurologiche asso­ciate alla sindrome del savant. Sarà presumibilmente più difficile identificare le cause fi­siologiche della memoria prodigiosa dei savant. Mortimer Mishkin del National Institute of Mental Health ha ipotizzato il coinvolgimento di diversi circuiti nervosi associati alla me­moria, fra cui un circuito cortico-limbico di alto livello per quella che viene generalmente definita memoria semantica o cognitiva, e uno cortico-striatale di livello più basso per il tipo più primitivo di memoria basata sull'abitudine, spesso chia­mata memoria procedurale. La memoria dei savant sembra es­sere di quest'ultimo tipo. Gli stessi fattori che provocano lesioni dell'emisfero sinistro potrebbero intervenire anche nel danneggiare i circuiti della memoria di alto livello. Come conseguenza, i savant sarebbero costretti ad affidarsi ai circuiti più primitivi, ma intatti, della memoria procedurale. Forse le lesioni cerebrali - che siano do­vute a fattori ormonali, a malattie o a incidenti prenatali o successivi - generano in alcuni casi certe capacità associate al­l'emisfero destro che sono connesse con la memoria procedu­rale. È in queste situazioni che può manifestarsi la sindrome del savant.


 



La società dell’emisfero sinistro
La comparsa di abilità da savant in persone affette da de­menza suscita interrogativi sulle potenzialità nascoste del cer­vello. Di conseguenza, parecchi studiosi stanno tentando di portare alla luce duello che è stato chiamato “il piccolo Rain Man in ciascuno di noi”·. Un gruppo di ricerca ha utilizzato una tecnica di stimolazione magnetica ripetitiva transcranica (rTMS) in 17 individui normali, 8 uomini e 9 donne. Tracy Morrell della University of South Australia, Robyn L. Young della Flinders University di Adelaide e Michael C. Ridding del­la Adelaide University hanno applicata la stimolazione ma­gnetica alla regione del lobo temporale sinistra che risultava danneggiata nei pazienti di Miller. In questo studio, ancora non pubblicato, il gruppo riferisce che solo due partecipanti hanno evidenziato per breve tempo una serie di capacità duali calcolo calendariale, abilità artistica e una memoria procedurale potenziata; altri hanno scoperto talenti disparati, anch'essi manifestatisi solo per poche ore. I ricercatori concludano che le abilità da savant potrebbero es­sere presenti solo in una piccola percentuale della popolazione normale, esattamente come compaiono solo in una piccola percentuale dei pazienti con deficit. Tuttavia molti esperti ritengono che esista effettivamente la possibilità di attingere a queste fonti di capacità da savant. Allan Snyder e John Mitchell del Centre for the Mind di Can­berra, in Australia, sostengono che i processi cerebrali dei sa­vant sono presenti in ciascuno di noi, ma nascosti dai più raf­finati processi cognitivi concettuali. I savant autistici, a loro parere, «hanno un accesso preferenziale ai livelli più bassi di informazione, che non sono normalmente disponibili attra­verso 1'introspezione».
Anche noi siamo d'accordo sul fatto che tutti posseggano i circuiti e le vie nervose indispensabili per le funzioni mentali da savant, ma che essi siano normalmente poco accessibili, an­che perché la nostra società tende a essere basata sull'emisfero sinistro. Capita tuttavia di percepire in noi stessi aspetti dei sa­vant, quando “arriviamo” improvvisamente a qualcosa o sco­priamo una nuova abilità. Alcune tecniche - fra cui l'ipnosi, le interviste a soggetti sotto 1'influenza di amobarbital sodico, un barbiturico che induce rilassamento, e la stimolazione cerebra­le nel corso di interventi neurochirurgici - forniscono indica­zioni sul fatto che nel cervello si trovi allo stato quiescente un enorme serbatoio di memorie. Anche i sogni possono riportare alla luce queste memorie o «innescare» nuove capacità.


Savant: finestra sulle intelligenze multiple
Nessun modello dei processi cerebrali potrà dirsi completo fino a che non avrà spiegato questa rara condizione. Oggi so­no disponibili strumenti per esaminare la struttura e la funzio­nalità del cervello, e questi studi possono essere correlati con dettagliate analisi neuropsicologiche dei savant. Possiamo dunque sperare che i resoconti aneddotici che hanno caratte­rizzato nell'ultimo secolo la letteratura su questo argomento vengano presto sostituiti dal confronto di dati quantitativi su gruppi di persone normali e con deficit, compresi gli individui prodigio e i savant. La sindrome del savant rappresenta una singolare finestra sul cervello per quanto riguarda i rapporti fra intelligenza ge­nerale e le molteplici forme dell'intelligenza. Potrebbe anche aiutare a far luce sulla plasticità cerebrale e sui meccanismi di compensazione, adattamento e riparazione nel sistema nervo­so centrale: aree di ricerca che sono vitali per comprendere e curare svariate patologie, dall'ictus alla paralisi e al morbo di Alzheimer.
Ma la sindrome del savant ha rilevanza anche al di fuori del campo strettamente scientifico. Si possono trarre molte lezioni da queste persone straordinarie e da chi si occupa di loro, dal­le famiglie ai terapeuti. Una delle più importanti è che i savant possono manifestare le loro capacità non solo grazie ai circui­ti nervosi, ma anche all'affetto e alla dedizione di coloro che li circondano. La sindrome del savant potrebbe farci compiere passi fondamentali nella comprensione sia del cervello sia del­le potenzialità umane.

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