Elenco blog personale

domenica 26 agosto 2012

Il nostro io è nell’area 46






 Il nostro io è nell’area 46



Una grande sfida per i neuroscienziati é indi­viduare le aree della corteccia cerebrale che en­trano in funzione quando percepiamo i messaggi che ci provengono dall'am­biente circostante, li analiz­ziamo e ce li rappresentia­mo. Processi che si verifi­cano in gran parte in mo­do conscio e che rap­presentano i "mattoni" del­la coscienza.



Le parti e il tutto

A questo punto occorre fa­re una distinzione tra i con­tenuti specifici e la loro in­tegrazione, tra le parti e il tutto. I diversi "contenuti" e aspetti che attribuiamo al­la coscienza dipendono dall'attivazione di diverse aree della corteccia cerebrale (aree visive, uditive, del linguaggio). Siamo co­scienti di vedere qualcosa quando un'immagine vie­ne proiettata sulla cortec­cia visiva o ricreata, attra­verso le immagini mentali, in questa stessa sede. Sia­mo consapevoli di ascolta­re quando le parole giun­gono ai centri del linguag­gio. Siamo consci di pensa­re, quando "parliamo" a noi stessi attraverso il lin­guaggio che dipende da specifiche aree della cor­teccia cerebrale.



Tomografia assiale cervello soggetto mancino



I "contenuti" devono però essere integrati e fusi tra di loro, così da non essere per­cepiti separa-tamente come singole entità.
La funzione integrativa dei contenuti viene attribuita a un area della corteccia frontale­, anzi della sua parte "prefrontale", la cosiddetta area 46. Definita anche "l'esecutore centrale" da cui dipendono le diverse operazioni mentali che eseguiamo in modo cosciente, l'area 46 è presente in entrambi gli emisferi. Nel caso in cui i due emisferi siano divisi da una lesione, le due aree 46 sembrano avere una propria a autonomia e il cervello dimostra di possedere due coscienze. Se l'area 46 viene danneggiata, soprattutto nell'emisfero sinistro, si verificano profondi disturbi del comportamento e della coscienza. I movimenti vengono eseguiti in un ordine errato, vengono ripetuti più volte di seguito (come se non esistesse più la 


La grammatica, il lessico, l'organizzazione delle frasi sono appannaggio dell'emisfero sinistro
  

 percezione della loro avvenuta esecuzione o non venisse dato un segnale di "fine esecuzione"), l'intelligenza cessa di essere plastica, vengono compiute azioni inappropriate (come se non ci si rendesse conto del loro significato e della loro inopportunità in quel dato momento), manca una percezione emotiva delle conseguenze di ciò che si sta per fare o di ciò che si è veramente fatto.
La corteccia frontale, e l'area 46 in particolare, sono dunque coinvolte nella pianificazione, esecuzione, percezione emotiva e appercezione, cioè coscienza, dei propri comportamenti. Senza l'intervento della corteccia prefrontale, ogni singola attività e procedura nervosa procederebbe per conto suo e la mente sarebbe suddivisa in tanti comparti autonomi. L'esecutore centrale è quindi un meccanismo unificante, un interprete competente.


La grammatica, il lessico, l'organizzazione delle frasi sono appannaggio dell'emisfero sinistro - vista dall'alto



Come un computer

Tuttavia, vi è anche chi sostiene che la coscienza, pur avendo basi materiali non sia "unitaria". Il filosofo Daniel Dennett propone che la coscienza dipenda da un "pandemonio" di operatori, in continuo e parziale contatto, impegnati a passarsi i diversi "copioni" di ciò che sta accadendo intorno a noi: memorie, sensazioni, storie più o meno plausibili sui fenomeni che osserviamo e su cui riflettiamo.
Una coscienza a immagine di un potente computer che continuamente passa al vaglio la realtà, esterna e interna, producendo storie congrue e incongrue che vengono mantenute in memoria e perdute, revisionate e scartate... Il cervello, sostiene Dennett, "tesse una ragnatela di parole e azioni ma non esiste un soggetto centrale che soprintende".

Sinistro e destro: le due metà del nostro cervello hanno competenze molto diverse fra loro, che diventano evidenti quando si verifica un danno in una della due parti. Normalmente sono integrate in modo unitario dalla coscienza. Ciascun emisfero controlla i processi sensoriali e motori, della parte opposta del corpo. L'emisfero sinistro riceve informazioni e controlla i movimenti della parte destra e viceversa.



Mappa cerebrale dell'emisfero sinistro con tutte le varie architetture del linguaggio



L'emisfero sinistro è l'emisfero della razionalità. Responsabile del linguaggio, è analitico e considera la realtà scomponen­dola nella sue parti. Simbolico e astratto (da un dettaglio può rappresentare la realtà nella sua interezza), dispone cose ed eventi in una dimensione temporale. E' logico-matematico.

L'emisfero destro è l' emisfero dell'emotività. Ha capacità di sintesi e ricompone le parti della realtà formando un tutto. Concreto e analogico (vede le somiglianze tra due oggetti o situazioni differenti e non ha il senso del tempo e mette sullo stesso piano, passato, presente e futuro. E' artistico e intuitivo.


3 commenti:

  1. Molto bello questo blog. Non tratti la didattica con i paraocchi. Spazi dagli studi sul cervello alla didattica tradizionale, dalle cose quotidiane ai grandi temi delle neuroscienze. Citi a menadito Sperry, Damasio, Gazzanica, Oliverio che non tutti associano alla didattica tradizionale. Mi piace. Insegno in un I.C. del Piemonte e come ho digitato Istituto Comprensivo, dopo il Cerini che è il deus ex machina ho trovato te. Preciso documentato, efficiente e pragmatico. Se mi dai una mano vorrei anche io scrivere qualcosa, ma sono pigra come una marmotta. Belle anche le tue foto personali (sic!). Vorrei aderire al tuo blog, grazie. Così ora che inizio l’anno scolastico farò la sostenuta con le colleghe. Ciao! Lucianadalmasso62


    RispondiElimina
  2. Sono un amica di Lella Costantini, in pensione. Anche mia figlia si sta preparando al prossimo concorso e mi ha parlato del tuo blog. Mi ha fatto notare l’articolo “L’apprendimento personalizzato”. Sono stata per anni la Direttrice Didattica di Lella e ho vissuto l’epoca del Metodo Montessori dei suoi successi. Mi fa piacere che tratti queste cose. Ma vorrei far capire ai giovani quanto si è perso e si perde delle battaglie che abbiamo fatto sul percorso del Metodo Montessori. Perche non ne parli? Te ne sarei grata, farebbe bene a tutti.
    Ps. Lo scritto è di Laura mia figlia ma a me piace il pc più della tv. Un abbraccio. La evergreen Dott. Sa Alice Bongiovanni.

    RispondiElimina
  3. Egregio Amico Professore Gabriele, sono La Dott. Lucrezia Grimaldi amica di Lella Costantini, nonché di Alice Bongiovanni, anche io in quiescenza. Vorrei che Lei parlasse alle “mie amiche” di William Heard Kilpatrick e del suo metodo dei progetti, unitamente al Grande John Dewey. Non altro, grazie. Nella sua fiera intelligenza saprà dare giusto valore alle cose. Dott. Lucrezia Grimaldi.

    RispondiElimina