Studenti in piazza sabato a Roma
Appello Profumo:
'Protesta sia pacifica. Noi estranei a riforma organi collegiali'
23 novembre, 15:49
ROMA - Con l'ombrello aperto sotto le finestre del
ministero della Giustizia in via Arenula "per paura cadano lacrimogeni". Così una
rappresentanza di studenti medi e universitari e di docenti precari ha voluto
annunciare la manifestazione che si terrà il 24 novembre per le vie di Roma.
"Il percorso toccherà Testaccio ma cercheremo di raggiungere il centro, se
non in Parlamento altri luoghi, perché una zona rossa è inaccettabile",
hanno spiegato i ragazzi. Con lo striscione 'Piove.
Governo tecnico - Liberi tutti I
ragazzi sotto gli ombrelli hanno spiegato le loro ragioni: "vogliamo
prenderli in giro - ha spiegato Simone della Sapienza - perché se volevano
spaventarci non ci sono riusciti. Stavolta guarderemo prima le finestre. In
questa città c'é la volontà di regolamentare i cortei tenendoli lontani dal
centro. E' un'emergenza democratica, vogliamo riportare la protesta nei luoghi
della città e non lontano dai palazzi del potere". "Il 24 ci ricolleghiamo agli scioperi del 14. Eravamo
50.000 e abbiamo ottenuto repressione - ha affermato Gianluca, dell'Uds -.
Abbiamo reagito con
l'occupazione di decine di scuole per fare nel concreto
quel modello di scuola che vogliamo. Vogliamo riappropriarci della città
".
CGIL E COBAS NON RETROCEDONO - I Cobas confermano lo sciopero di sabato 24
novembre e, alla luce della nuova situazione, propongono alla Cgil e agli
studenti di organizzare, oltre alle manifestazioni a Roma, anche, ove possibile
nei tempi ristretti, iniziative unitarie a livello cittadino "per
invertire radicalmente la rotta governativa che porta all'immiserimento
continuo della scuola e alla sua completa dequalificazione". Secondo il
portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi, la revoca dello sciopero da parte
di Cisl, Uil, Snals e Gilda "dimostra che questi sindacati non avevano mai
pensato sul serio di condurre una lotta contro la politica scolastica del
governo"., E' vero che il governo "per cercare di placare la
protesta", ha fatto marcia indietro sull' aumento dell' orario per i
docenti, ma "di
certo - afferma Bernocchi - il movimento di protesta non
può fermarsi qui, perché: la legge di in-stabilità
prevede comunque altri tagli di finanziamenti, posti di lavoro, istituti e
classi, mentre continua il generoso
finanziamento della scuola privata (223 milioni ad essa nella legge);
permane il blocco dei contratti e degli scatti di
anzianità, forse fino al 2016; l'accordo raggiunto oggi non sblocca
affatto gli scatti ma ne compensa, data l'esiguità della somma stanziata, solo
una piccola parte, per un anno, e per giunta imponendo l'accettazione dell'accordo sulla produttività
firmato a livello nazionale e per tutte le categorie da Cisl e Uil, che impone
il legame tra aumenti salariali di qualsiasi tipo e 'produttivita'';
prosegue l'espulsione dei precari, per i quali è confermato il concorsaccio, così come la deportazione degli
'inidonei' e il conseguente licenziamento
di migliaia di Ata precari, la mancata assunzione in ruolo dei
collaboratori scolastici e il
non-rinnovo del 'salva-precari'; avanza la
legge Aprea-Ghizzoni, che mette le scuole nelle mani di Consigli 'di amministrazione' con presenze e
finanziamenti di aziende e di privati, abolisce gli organi di democrazia interna, impone
la scuola-quiz degli indovinelli Invalsi e lo strapotere dei presidi".
META' ISTITUTI OCCUPATI;
PRESIDI: ABBANDONATI DA ISTITUZIONI - La metà degli studenti italiani è coinvolta in
occupazioni o autogestioni. E' quanto emerge da un sondaggio proposto da
Skuola.net a circa mille studenti delle scuole superiori. Poco meno della metà degli studenti intervistati si trova alla prese
con la sospensione della didattica: in particolare il 25% frequenta una scuola
occupata, mentre il 23% dei votanti appartiene a un istituto che è attualmente
in autogestione/cogestione. Il
52% dei partecipanti all'indagine dichiara invece che nella propria scuola
tutto procede come se nulla fosse. A confermare i dati della rilevazione
è anche Mario Rusconi, vicepresidente dell'Associazione Nazionale Presidi.
"Quest'anno - ha dichiarato a Skuola.net - sono aumentate le occupazioni,
soprattutto è in crescita l'adesione dei ragazzi più piccoli che per lo più
sono ignari dei motivi della protesta ma per imitazione dei più grandi si
aggregano". Rusconi denuncia inoltre "lo
stato totale di abbandono dei presidi da parte delle istituzioni, a
tutti i livelli: polizia, carabinieri, associazioni dei genitori,
Ministero". Nelle ultime settimane si registra una decisa escalation non
solo di manifestazioni di piazza ma anche di forme di protesta all'interno
delle scuole. Ormai le scuole occupate o autogestite sono tante quante quelle
che svolgono l'attività didattica ordinaria. Al
centro del mirino è soprattutto il ddl 953 ex Aprea. Secondo gli
studenti, se dovesse essere approvato, questo ddl faciliterebbe la limitazione
di alcuni loro diritti da parte delle scuole, come per esempio quello di riunirsi
periodicamente in assemblea. Inoltre favorirebbe l'ingresso dei privati all'interno della scuola
pubblica legittimandoli a prendere decisioni riguardanti anche la
programmazione didattica. L'autrice del contestato disegno di legge prende le
distanze dalla sua 'creatura'. "Sono stufa - afferma Valentina Aprea a Skuola.net - di essere
identificata come l'autrice del ddl 953. Questo non è più il mio testo
originale in quanto, visto che diversi punti non sono stati condivisi, è stato
quasi completamente modificato. I ragazzi dovrebbero informarsi
meglio e
leggere più attentamente questo ddl perché è chiaro che c'è molta confusione al
riguardo". Comunque, Mario Rusconi, avrebbe una sua personale ricetta
contro le occupazioni: "Le occupazioni sono patologiche, un'anomalia
italiana. Le scuole dovrebbero - suggerisce - pedagogizzarle, ovvero capire le
esigenze dei ragazzi come, ad esempio, la possibilità di fare dibattiti o spazi
autogestiti e incanalarle in binari condivisi. Non a caso nel liceo
Newton, durante il mio mandato - fa notare con soddisfazione Rusconi - non ci
sono mai state occupazioni".
"Mi auguro che tutte le
iniziative di protesta della giornata di sabato si svolgano pacificamente, nel
rispetto reciproco". Lo scrive il ministro dell'Istruzione, Francesco
Profumo, in una lettera aperta indirizzata a docenti e studenti. L'attuale Governo "non ha
nulla a che fare con il ddl 953 detto ddl Aprea", ha aggiunto Profumo.
"Auspico - scrive il ministro -
che tutte le forze politiche ascoltino il dissenso e recepiscano modifiche
durante la discussione avviata al Senato".
I sindacati della scuola, fatta
eccezione per la Flc-Cgil, hanno deciso di
sospendere lo sciopero della scuola indetto per sabato, 24 novembre. La
decisione e' stata presa dopo l'incontro avuto stamani con il Governo per
sciogliere il nodo del pagamento degli scatti stipendiali per il personale del
settore. La questione era il principale motivo all'origine dello sciopero e
della manifestazione. Per il governo presenti il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Catricalà e i ministri Grilli, Patroni Griffi e
Profumo.