Risale a Cartesio quella separazione drastica fra emozione e intelletto che per secoli è stata un criterio ispiratore della ricerca, nonché un principio speculativo da non violare. Ma la realtà si sta rivelando diversa. In particolare, le affascinanti indagini sul cervello attualmente in corso muovono in un’altra direzione. Damasio è stato forse il primo a porre sotto attento esame le infauste conseguenze della separazione di Cartesio, e oggi è possibile circoscrivere quell’errore sulla base non soltanto di argomentazioni speculative, ma anche dell’analisi di casi clinici e della valutazione di fatti neurologici sperimentali.
Siamo nel New England, alla fine
dell’estate del 1848.
Phineas P. Gage,
venticinquenne caposquadra di un’impresa di costruzioni, sta per
precipitare dalle stelle alle stalle. Un secolo e mezzo dopo, la sua caduta
sarà ancora significativa. Gage lavora per la Rutland & Burlington
Railroad: a lui è affidata una squadra numerosa di operai (una gang,
in gergo), con il compito di gettare i binari per una nuova linea ferroviaria che attraverserà il Vermont. Nelle due settimane
precedenti, sono avanzati un po’ a rilento, in direzione delle cittadina di Cavendish;
adesso sono
Phineas P. Gage dopo l'incidente con la sbarra d'acciaio che gli perforò il cranio. |
impegnati su una sponda del Black River. Il loro lavoro è
tutt’altro che agevole, per i numerosi affioramenti di roccia dura. Invece di
aggirare ogni scarpata, si è deciso di far saltare la roccia, dove necessario,
per la aprire la via a un tacciato più diritto e piano. Gage sovrintende a
tutti questi lavori, ed è
magnificamente all’altezza; atletico e ben proporzionato nel suo metro e settanta di statura, si
muove con rapidità e precisione. Somiglia ad un giovane James Cagney, a
un elegante Yankee Doodle che balli il tip tap su rotaie e traversine, vigoroso
e aggraziato al tempo stesso. Agli occhi dei suoi capi, poi, Gage è ben più che
un dipendente in gamba come ce ne sono tanti: lo definiscono l’uomo «più efficiente e capace» tra quanti
hanno assunto. E questo è un bene, perché il lavoro richiede tanta
maestria fisica quanto sottile concentrazione, soprattutto quando bisogna
preparare le detonazioni. Qui occorre procedere in modo ordinato, passo dopo
passo. Dapprima, va scavato un
foro nella roccia; poi il foro va riempito per metà con esplosivo in
polvere, si deve inserire la miccia e la polvere deve essere coperta con
sabbia. Questa deve essere «pressata», cioè compattata con un’accurata sequenza
di colpi inferti con una
barra di ferro. Infine, bisogna accendere la miccia. Se tutto va bene,
la
Phineas P. Gage dopo l'incidente con la sbarra d'acciaio che gli perforò il cranio. Dettaglio |
polvere esploderà dentro la roccia; la sabbia è essenziale, poiché senza la
sua copertura protettiva l’esplosione si sfogherebbe fuori della roccia. Anche
la forma della barra e il modo in cui viene usata sono molto importanti: Gage se ne è fatta fare una
apposta, dando indicazioni precise, ed è un virtuoso della pressatura. Alle
quattro e mezzo di questo caldissimo pomeriggio, Gage ha appena finito di
introdurre la polvere esplosiva nel foro, e ha detto all’uomo che è con lui di
coprirla di sabbia, fino al riempimento. Qualcuno da dietro lo chiama e Gage si
volta per un istante a guardare sopra la propria spalla destra. Si distrae e
prima che l’operaio abbia versato la sabbia comincia a pestare con la barra di
ferro, direttamente sulla
polvere. Subito fa sprizzare scintille dalla roccia, e la carica gli esplode sul viso.
L’esplosione è così violenta che la squadra si blocca, raggelata: ma in
pochi secondi è chiaro quel che è successo. L’esplosione è stata diversa dal
solito, e la roccia è
Phineas P. Gage dopo l'incidente con la sbarra d'acciaio che gli perforò il cranio. Ricostruzione d'epoca |
rimasta intatta; diverso dal solito anche il rumore che
l’ha accompagnata, un
sibilo come di razzo scagliato nel cielo. Ma non sono fuochi
d’artificio: è un assalto, una scarica. La barra metallica penetra nella guancia sinistra di Gage, fora
la base della scatola cranica, attraversa la parte frontale del cervello
ed esce, velocissima, dalla sommità della testa, per andare a cadere,
impiastricciata di sangue e tessuto cerebrale, a una trentina di metri di distanza. Phineas Gage
è stato scagliato a terra e giace stordito, nel chiarore del pomeriggio; muto, ma sveglio. E così sono tutti gli impotenti
spettatori. Orribile incidente intitolano – prevedibilmente – la notizia il
«Daily Courier» e il «Daily Journal» del 20 settembre, una settimana più tardi.
Il 22 settembre, il «Vermont Mercury» curiosamente intitola Mirabile incidente;
il «Boston Medical and Surgical Journal» con più precisione sceglie il titolo Passaggio di una barra di ferro attraverso al testa. A
giudicare dalla concretezza con la quale raccontano la vicenda si direbbe che i
giornalisti conoscessero bene i racconti straordinari e i racconti dell’orrore
di Edgard Allan Poe. Forse è così, anche se
non sembra vero: i racconti gotici di Poe non sono ancora popolari, e lo stesso
Poe morirà un anno dopo, sconosciuto e squattrinato. O forse è solo che
l’orribile è nell’aria. Tutti
si sorpresero che Gage non fosse rimasto ucciso all’istante; l’articolo
medico della rivista di Boston riporta che «subito dopo l’esplosione il
paziente fu rivoltato sulla schiena»; che poco dopo egli mostrò «alcuni
movimenti convulsi delle estremità» e «nel giro di pochi minuti parlò»; che «i suoi uomini (dei quali
egli era
Phineas P. Gage dopo l'incidente con la sbarra d'acciaio che gli perforò il cranio. 2 |
beniamino) lo sollevarono e a braccia lo trasportarono fino alla
strada, che distava solo poche pertiche (una pertica essendo pari a circa 5
metri) e lo posero a sedere su un carro trainato da buoi, sul quale egli – seduto con la schiena eretta
– percorse più di un chilometro, fino all’albergo di Joseph Adams»; e che Gage «scese dal carro da solo, con un
piccolo aiuto da parte dei suoi operai». Vediamo un po’ meglio la figura
di Adams. Egli è il giudice di pace di Cavendish; inoltre possiede l’unico
albergo e l’unico spaccio di alcolici del paese. Io lo vedo pià alto di Gage.
Largo quasi il doppio, apprensivo come la sua stazza dad Falstaff lascia
immaginare. Dopo essersi avvicinato a Gage, manda subito a chiamare il dottor Johm Harlow, uno dei medici
di Cavendish. Nell’attesa, mi sembra quasi di sentirlo esclamare: «E allora
signor Gage. Che cosa abbiamo?» e anche, perché no: «Ohimè, che disgrazia ci
tocca vedere!». Agita le mani. Quasi ad allontanare ciò che è successo, e
conduce Gage verso la zona
ombreggiata del portico dell’albergo. Le descrizioni lo indicano come una
piazza, che suona grande e spazioso e aperto; forse è grande e spazioso, ma non
è aperto: è giusto un porticato. Adams ora forse fa bere a Phineas Gage una
limonata, o magari un bicchiere di sidro ben fresco.
Dall’esplosione è passata un’ora, il sole si sta abbassando e il caldo è più sopportabile. È in arrivo un altro medico, il
Dall’esplosione è passata un’ora, il sole si sta abbassando e il caldo è più sopportabile. È in arrivo un altro medico, il
Caso analogo all'incidente di Phineas P. Gage. |
dottor Edward Williams, un collega – più giovane –
del dottor Harlow, il quale in seguito descriverà la scena con queste parole:
«Quando lo vidi era seduto su una sedia nella piazza dell’albergo di Adams, a
Cavendish. Appena mi avvicinai, mi disse: “Dottore, qui c’è lavoro per voi”. Prima ancora di
scendere dalla carrozza, avevo notato la ferita sulla testa: si potevano vedere chiaramente
le pulsazioni del
cervello. Notai anche qualcosa che non riuscii a spiegarmi, prima di
esaminare la testa: la sommità di questa si presentava come un imbuto
rovesciato. In seguito avrei scoperto che ciò che era dovuto al fatto che
l’osso attorno all’apertura era fratturato per una lunghezza di quasi 5 centimetri in tutte le
direzioni. Ho dimenticato di precisare che l’apertura attraverso il
cranio dei tegumenti aveva un diametro di quasi 4 centimetri: i bordi di questa
apertura erano rovesciati, e nel complesso la ferita dava l’impressione che un oggetto sagomato a cuneo avesse
attraverso la testa muovendo dal basso verso l’alto. Mentre io gli
esaminavo la ferita, Gage raccontava ai presenti in che modo era stato colpito:
parlava con tale lucidità ed era talmente desideroso di rispondere che io rivolsi
le mie domande a lui piuttosto che agli uomini che erano presenti al momento
dell’incidente e che ora ci attorniavano. Poi Gage mi riferì alcune delle
circostanze, come poi ha fatto più volte, e io posso affermare con sicurezza
che né in una qualsiasi occasione successiva – salvo una – io lo considerai men che
perfettamente razionale. L’unica volta in cui ne dubitai fu una
quindicina di giorni dopo l’incidente, allorché insistette a chiamarmi John
Kirwin – e però a tutte le mie domande rispose in modo corretto».
La barra di ferro Henry Bigelow, professore di chirurgia alla Harvard, la descrive con queste parole «Il ferro che attraversò il cranio pesa 6 chilogrammi; è lungo 110 centimetri e ha un diametro do poco più di 3 centimetri. L’estremità che penetrò per prima e rastremata, per una
La barra di ferro Henry Bigelow, professore di chirurgia alla Harvard, la descrive con queste parole «Il ferro che attraversò il cranio pesa 6 chilogrammi; è lungo 110 centimetri e ha un diametro do poco più di 3 centimetri. L’estremità che penetrò per prima e rastremata, per una
Phineas P. Gage dopo l'incidente con la sbarra d'acciaio che gli perforò il cranio. Ricostruzione al computer Science 1994 |
lunghezza di 18 centimetri, e termina con una punta del diametro di circa 6
millimetri. A queste circostanze, forse, il soggetto deve la propria salvezza.
Il ferro non somiglia ad alcuno strumento, ed è stato fatto da una fabbro della
zona seguendo le indicazioni del cliente». Gage è piuttosto rigoroso per tutto
il suo lavoro e i ferri del mestiere. Sopravvivere all’esplosione con una
ferita al capo così ampia e profonda, essere capace di parlare e camminare e di
mantenersi coerente subito dopo l’incidente: tutto ciò è ben sorprendente. Ma sarà altrettanto
sorprendente che Gage superi il sopravvenire dell’inevitabile infezione. Il dottor Harlow
conosce bene l’importanza della disinfezione. Non ha gli antibiotici, ma ricorrendo
alle sostanze chimiche all’epoca disponibili egli pulisce la ferita
energicamente e con metodo preciso; inoltre dispone il paziente in posizione
semisdraiata, in modo da facilitare il drenaggio. In Gage si produrranno forti febbri e almeno un ascesso,
sul quale il bisturi di Harlow interverrà prontamente. Alla fine la giovane età
e la robusta costituzione di Gage avranno la meglio. Phineas Gage sarà dichiarato guarito nel giro di meno
di due mesi. Tuttavia quest’esito stupefacente impallidisce al confronto
con la straordinaria svolta che la sua personalità sta per subire. Il suo carattere, i suoi gusti, i suoi sogni, le sue
aspirazioni: tutti cambieranno. Il corpo di Gage può essere ben vivo e
vegeto, ma c’è un nuovo spirito che lo anima. (Da Antonio R. Damasio, L’errore di Cartesio)
Phineas P. Gage (Lebanon, 8 o 9 luglio 1823 – San
Francisco, 21 maggio 1860) è stato un operaio statunitense addetto alla
costruzione di ferrovie, noto per un incidente capitatogli nel 1848: sopravvisse
alla ferita infertagli da un'asta di metallo che gli trapassò il cranio. È conosciuto per
essere diventato uno dei casi di studio più famosi in neurologia
(citato come "American Crowbar Case") in seguito a un
incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio del 13
settembre 1848
vicino alla città di Cavendish, nella Contea
di Windsor, mentre inseriva una carica esplosiva in una roccia che doveva
essere fatta saltare in aria perché bloccava il passaggio della linea
ferroviaria in costruzione. A causa dell'esplosione
accidentale della polvere da sparo, il ferro di pigiatura che Gage
stava usando per compattarla schizzò in aria attraversando la parte anteriore
del suo cranio,
provocando un severo trauma cranico che interessò i lobi
frontali del cervello.
Miracolosamente
sopravvissuto all'incidente, già dopo pochi minuti Gage era di nuovo cosciente e
in grado di parlare; i presenti ai fatti raccontano di aver ritrovato l'asta
metallica «imbrattata di sangue e cervello». Dopo tre settimane poteva già rialzarsi dal letto e uscire
di casa in maniera del tutto autonoma. La sua personalità però aveva
subito radicali trasformazioni, al punto che gli amici non lo riconoscevano, in
quanto divenuto intrattabile, in preda ad alti e bassi, e incline alla blasfemia.
Soprattutto per questi motivi, i vecchi datori di lavoro si rifiutarono di
riprenderlo con sé. Ciononostante, egli trovò un nuovo lavoro come conducente
di diligenze e visse altri 12 anni dopo l'incidente.
Phineas P. Gage dopo l'incidente con la sbarra d'acciaio che gli perforò il cranio. Ricostruzione 3D - 2012 del neurologo Jack Van Horn |
Ricerche
scientifiche
Si
crede che l'incidente di cui fu vittima abbia causato l'enorme cambiamento
nella sua personalità emotiva e
relazionale, trasformandolo in una persona talmente priva di freni
inibitori sul piano
verbale, da risultare
irosa e asociale, ed un cambiamento della sua capacità di fare
previsioni sulla base dei dati acquisiti, rendendolo incapace di valutare i rischi delle sue azioni.[4]
Gli
studi sulle condizioni di Gage hanno apportato grandi cambiamenti nella
comprensione clinica e scientifica delle funzioni cerebrali e della loro
localizzazione nel cervello, soprattutto per quanto riguarda le emozioni e la personalità.
È anche in seguito alle riflessioni teoriche avviate in conseguenza di questo
caso che, per alcuni decenni della metà del XX secolo,
sono stati usati metodi, oggi in totale disuso, come la lobotomia
prefrontale per curare certi tipi di disturbi del comportamento.
Il
teschio di Gage e il bastone di ferro che ha causato il trauma cranico sono
esposti al pubblico nel museo della Harvard Medical School.[3]
Nel
2012 un team di
ricercatori dell'Università della California di
Los Angeles ha per la prima volta simulato l'incidente per analizzare le
lesioni della materia bianca che collega tra loro diverse parti del cervello.
Non è stato possibile utilizzare il cranio originale dato che, a circa due
secoli dall'incidente, la struttura risulta estremamente fragile. Per questo
motivo, il team di ricercatori ha utilizzato l'ultima tomografia del cranio,
risalente al 2001,
presso il Brigham and Women's Hospital di Boston. Dopo averne migliorato
la risoluzione, ne hanno ricavato un modello in 3D. Sul modello hanno potuto
ricostruire l'incidente e concludere proponendo l'ipotesi che il cambio di
personalità manifestato da Gage sia stato dovuto al danneggiamento di una quantità maggiore al 10% della
materia bianca cerebrale che permette all'essere umano di ragionare e
ricordare. Jack Van Horn, un neurologo dell'Ucla, e i suoi colleghi
hanno osservato che anche se circa il 4% della corteccia cerebrale è stato
trafitto dall'asta di 6 chili spessa 3 centimetri, in realtà più del 10% della
materia bianca è stato lesionato con danni estesi alle connessioni, cosa che ha dato il maggior contributo
al cambiamento di personalità. La materia bianca e la sua guaina
mielinica collega miliardi di neuroni che permettono di ragionare e ricordare. «Quello
che abbiamo osservato è una significativa perdita di materia bianca che
connette la regione frontale sinistra e il resto del cervello di Gage - spiega
Van Horn - e pensiamo che la distruzione di questa rete del cervello lo abbia
notevolmente compromesso». Le connessioni perse si trovavano fra la corteccia frontale sinistra,
temporale sinistra, frontale destra e la struttura limbica sinistra del
cervello (area 46 viciniori) e questo
ha avuto effetti sulle sue capacità e sulle sue funzioni emozionali. Il povero
Gage ha visto cambiare da un giorno all'altro la sua personalità, ma non tutte
le funzioni sono state compromesse, tanto che è riuscito a viaggiare e a
trovare un impiego come autista di diligenze per diversi anni nell'America del Sud.
È morto a San Francisco 12 anni dopo l'incidente. «L'estesa perdita di
connettività nella materia bianca in entrambi gli emisferi è simile a quella di
cui soffrono i pazienti
con lesioni da trauma cranico - osserva Van Horn - e ci sono analogie anche con alcune
malattie degenerative come l'Alzheimer in cui le connessioni neurali si
degradano nei lobi frontali e questo si collega a profondi cambiamenti
comportamentali».
Mi presento sono Lella Costantini, insegnante elementare in pensione. Mia figlia si sta preparando al prossimo concorso e sfogliando ho notato il tuo blog. (così come chiamate adesso gli articoli di giornale, permetti che ti do del tu, vedo che sei canuto, anche se tra gli uomini fa effetto avere le chiome brizzolate) ho notato l’articolo “L’apprendimento personalizzato” succinto e compendioso. Io ho vissuto con successo l’epoca del Metodo Montessori dei suoi successi e dei suoi limiti. Mi fa piacere che tratti queste cose con un metodo “easy” cioè colori, lettere ben visibili, sottolineature ed evidenziatori. Mi fai tornare battagliera come nelle contestazioni degli anni ’60! Scusa il mio formalismo ma ti seguirò spesso. Lella Costantini.
RispondiEliminaPs. il tutto lo ha fatto mia figlia io col pc non vado molto d’accordo.
Egregio Amico Professore Gabriele, sono La Dott. Lucrezia Grimaldi amica di Lella Costantini, nonché di Alice Bongiovanni, anche io in quiescenza. Vorrei che Lei parlasse alle “mie amiche” di William Heard Kilpatrick e del suo metodo dei progetti, unitamente al Grande John Dewey. Non altro, grazie. Nella sua fiera intelligenza saprà dare giusto valore alle cose. Dott. Lucrezia Grimaldi.
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