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mercoledì 15 agosto 2012

Paul D. MacLean, cervello tripartito e cognizione









Paul D. MacLean (1970/1990) ha elaborato un modello della struttura e dell’evoluzione dell’encefalo, descrivendolo come “Triune Brain” (cervello uno e trino) perché vi ha individuato tre formazioni anatomiche e funzionali principali che si sono sovrapposte ed integrate nel corso dell’evoluzione. A queste tre formazioni egli ha dato i nomi di cervello rettiliano (Protorettiliano, R-complex), cervello mammaliano antico (Paleomammaliano, Sistema Limbico) e cervello mammaliano 


  


recente (Neomammaliano) “Si pensa che il cervello rettiliano rappresenti il centro fondamentale del sistema nervoso, essendo costituito dalla parte superiore del midollo spinale, da parti del mesencefalo, dal diencefalo e dai gangli della base” [ovvero dall’olfattostriato (tubercoli olfattori e nucleo accumbens) e da strutture definite come appartenenti al corpo striato (nucleo caudato, putamen, globo pallido e sostanza grigia associata) (MacLean 1985a, p. 220)] … Secondo MacLean (1973a, trad. it. 1984, p. 7) “il cervello di tipo rettiliano che si trova nei mammiferi è fondamentale per le forme di 


  


comportamento stabilite geneticamente, quali scegliere il luogo dove abitare, prendere possesso del territorio, impegnarsi in vari tipi di parata [comportamenti dimostrativi], cacciare, ritornare alla propria dimora, accoppiarsi, [procreare], subire l’imprinting, formare gerarchie sociali e scegliere i capi”. Come osserva Isaacson (1982, p. 246), “L’R-complex è necessario per i comportamenti (esibizioni) ritualistici [che seguono una sequenza predeterminata] e la comunicazione non verbale ad essi


  


associata. A livello umano, MacLean ritiene che certe tendenze comportamentali sono dovute ad una eredità di disposizioni regolate (mediated) dalla stessa, primaria regione cerebrale. Esse includono alcune violente reazioni, la preferenza per la routine o per azioni rituali, ed alcune forme di attività sostitutiva”. Il Sistema Limbico comprende i bulbi olfattivi, il setto, il fornice, l’ippocampo, l’amigdala (in parte; la rimanente è ‘striata’, cioè rettiliana), il giro del cingolo, e i corpi mammillari. 



 


“Il cervello paleomammaliano, o sistema limbico, rappresenta un progresso dell’evoluzione del sistema nervoso perché è un dispositivo che procura agli animali che ne dispongono mezzi migliori per affrontare l’ambiente. Parti di esso concernono attività primarie correlate col nutrimento ed il sesso; altre con le emozioni e i sentimenti; ed altre ancora collegano i messaggi provenienti dal mondo esterno con quelli endogeni. La comparsa esplosiva delle attività tipiche del Sistema Limbico, ad es. a causa di epilessia [temporale], può scatenare un insieme di esperienze e sensazioni, alcune delle quali 


  


molto interessanti essendo associate con la convinzione della scoperta di verità fondamentali, senso di spersonalizzazione e stranezza, ed allucinazioni (MacLean, 1970)“ (Isaacson 1982, p. 246).
Per quando riguarda le sensazioni associate alla conoscenza delle verità fondamentali, MacLean (1973b, p.123) scrive : “Sembra che l’antico sistema limbico fornisca gli ingredienti per la forte sensazione affettiva o convinzione che noi attacchiamo alle nostre credenze, senza badare se siano vere o false!”
Isaacson aggiunge: “Un altro modo di concepire il sistema limbico è vederlo come regolatore dell’R-complex. In base alle osservazioni sperimentali, tale 


  


regolazione sembra essere di natura inibitoria. La stimolazione del sistema limbico spesso sopprime comportamenti incipienti, mentre lesioni in esso prodotte spesso risultano “liberare” [ovvero disinibire] varie attività” (Isaacson 1982, p. 246). “Il cervello neomammaliano consiste nel Neocortex e nelle strutture del tronco cerebrale con le quali è primariamente connesso” (MacLean 1985a, p. 220), come i lemnischi, i tratti piramidali ed anche il neo-talamo. La neocorteccia è una delle 


  


strutture nervose più ampiamente studiate, ma allo stesso tempo una delle meno conosciute. Essa è, a livello umano, la sede del linguaggio ed, in generale, è la sede di quei comportamenti che permettono ad una persona di affrontare situazioni nuove ed inaspettate. L’abilità di prevedere il futuro risiede in essa. Noi dobbiamo il pensiero cosciente alla neocorteccia: è la sede dell’autocoscienza, delle concezioni dello spazio e del tempo, delle connessioni di


  


causalità e di costanza. “Non si sottolineerà mai abbastanza che questi tre tipi fondamentali di cervello presentano fra loro grosse differenze strutturali e chimiche. Eppure devono fondersi e funzionare tutti e tre insieme come un cervello uno e trino . La cosa straordinaria è che la natura sia stata capace di collegarli fra di loro e di stabilire una qualche sorta di comunicazione dall’uno all’altro.” (MacLean 1973a; trad. it. 1984, p. 5). (Da “Il cervello tripartito“)



Strutture nervose, istanze psichiche e apprendimento  (di A. Oliverio)
Intorno agli anni Settanta del Novecento, Paul D. MacLean ha proposto una teoria secondo cui nel corso della storia evolutiva dei vertebrati l'accrescimento in complessità del sistema nervoso si sarebbe compiuto attraverso tappe successive che hanno comportato l'emergere di strutture e funzioni diverse. Per quanto riguarda le strutture più antiche, quelle del midollo


  


spinale, esse compaiono nei vertebrati primitivi e giocano un ruolo, anche nei
vertebrati più evoluti, in attività riflesse di mantenimento come la respirazione, la
circolazione, la locomozione, l'accoppiamento. Tutti i riflessi, da quelli che regolano la respirazione a quelli che sono alla base di un'erezione in risposta a stimoli sessuali, fanno capo a meccanismi innati. Ad un livello superiore strutture cerebrali più recenti, come il paleoencefalo già presente nei rettili, presiedono ad attività istintive e sono la sede di
comportamenti emotivi. Nel paleoencefalo di ogni specie sono codificate alcune 


  


attività istintive: è qui che sono programmati alcuni meccanismi innati come il comportamento sessuale, la fame, la sete, la cura della prole. I comportamenti che dipendono dalle strutture paleoencefaliche non sono cosi rigidi come quelli riflessi, e, fatto importante,
hanno correlati di tipo emotivo: ma pur essendo tipici di una particolare specie animale, sono modificabili dall'esperienza. Esistono infine, indica MacLean, strutture nervose più sviluppate nei mammiferi più evoluti, le strutture appartenenti al neoencefalo, principalmente la corteccia cerebrale responsabile delle attività di adattamento e di integrazione: l'individuo non nasce più con un pacchetto di comportamenti predeterminati, è aperto all'esperienza ed all'apprendimento.



 


La concezione “tripartita” del sistema nervoso o “teoria dei 3 cervelli” (i riflessi del primitivo midollo spinale, gli istinti e le pulsioni del paleoencefalo, le attività cognitive del neoencefalo) rimanda a tre tappe evolutive del sistema nervoso dei vertebrati e indica quali sono le origini del cervello umano: sulla base di questa concezione, le attività riflesse, istintive e cognitive rispecchiano l’Es, l’Io e il Super-io, vale a dire i tre livelli psichici postulati nella classica concezione freudiana. MacLean ha anche sostenuto che vi sono
strutture (spinomidollari e paleo-encefaliche) legate a processi inconsci, nonché strutture (neoencefaliche) responsabili delle attività consce. La teoria di MacLean fornisce una traccia interpretativa di tipo evoluzionistico e ha il vantaggio di presentare in modo sistematico i rapporti tra strutture e funzioni dei diversi livelli evolutivi del sistema nervoso centrale, dal midollo spinale alla corteccia: tuttavia, essa semplifica le interazioni che esistono tra i vari “livelli” e strutture encefaliche e presenta una concezione riduttiva dei rapporti tra processi consci e corteccia in quanto buona parte dei processi corticali
sono tutt’altro che consci.

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