Paul D. MacLean
(1970/1990)
ha elaborato un modello della struttura e dell’evoluzione dell’encefalo,
descrivendolo come “Triune Brain” (cervello uno e trino) perché vi ha
individuato tre formazioni anatomiche e funzionali principali che si sono
sovrapposte ed integrate nel corso dell’evoluzione. A queste tre formazioni
egli ha dato i nomi di cervello rettiliano
(Protorettiliano, R-complex), cervello mammaliano
antico (Paleomammaliano, Sistema Limbico) e cervello
mammaliano
recente (Neomammaliano) “Si pensa che il cervello rettiliano
rappresenti il centro fondamentale del sistema nervoso, essendo costituito
dalla parte superiore del midollo spinale, da parti del mesencefalo, dal
diencefalo e dai gangli della base” [ovvero dall’olfattostriato (tubercoli
olfattori e nucleo accumbens) e da strutture definite come appartenenti al
corpo striato (nucleo caudato, putamen, globo pallido e sostanza grigia
associata) (MacLean 1985a, p. 220)] … Secondo MacLean (1973a, trad. it. 1984,
p. 7) “il cervello di tipo
rettiliano che si trova nei mammiferi è fondamentale per le forme di
comportamento stabilite geneticamente, quali scegliere il luogo dove abitare, prendere possesso del
territorio, impegnarsi in vari tipi di parata [comportamenti
dimostrativi], cacciare,
ritornare alla propria dimora, accoppiarsi, [procreare], subire l’imprinting, formare
gerarchie sociali e scegliere i capi”. Come osserva Isaacson (1982, p.
246), “L’R-complex è necessario per i comportamenti (esibizioni)
ritualistici [che seguono una sequenza predeterminata] e la comunicazione non verbale ad essi
associata. A
livello umano, MacLean ritiene che certe tendenze comportamentali sono dovute
ad una eredità di disposizioni regolate (mediated) dalla stessa, primaria
regione cerebrale. Esse includono alcune violente reazioni, la preferenza per
la routine o per azioni rituali, ed alcune forme di attività sostitutiva”. Il Sistema Limbico comprende i bulbi olfattivi, il setto, il
fornice, l’ippocampo, l’amigdala (in parte; la rimanente è ‘striata’,
cioè rettiliana), il giro del
cingolo, e i corpi mammillari.
“Il cervello paleomammaliano, o sistema limbico, rappresenta un progresso dell’evoluzione del
sistema nervoso perché è un dispositivo che procura agli animali che ne dispongono
mezzi migliori per affrontare l’ambiente. Parti di esso concernono attività
primarie correlate col
nutrimento ed il sesso; altre con le emozioni e i sentimenti; ed altre ancora collegano i
messaggi provenienti dal mondo esterno con quelli endogeni. La comparsa
esplosiva delle attività tipiche del Sistema Limbico, ad es. a causa di epilessia [temporale], può scatenare un
insieme di esperienze e sensazioni, alcune delle quali
molto interessanti
essendo associate con la convinzione della scoperta di verità fondamentali, senso di
spersonalizzazione e stranezza, ed allucinazioni (MacLean, 1970)“
(Isaacson 1982, p. 246).
Per quando riguarda le sensazioni associate alla conoscenza delle verità fondamentali, MacLean (1973b, p.123) scrive : “Sembra che l’antico sistema limbico fornisca gli ingredienti per la forte sensazione affettiva o convinzione che noi attacchiamo alle nostre credenze, senza badare se siano vere o false!”
Isaacson aggiunge: “Un altro modo di concepire il sistema limbico è vederlo come regolatore dell’R-complex. In base alle osservazioni sperimentali, tale
Per quando riguarda le sensazioni associate alla conoscenza delle verità fondamentali, MacLean (1973b, p.123) scrive : “Sembra che l’antico sistema limbico fornisca gli ingredienti per la forte sensazione affettiva o convinzione che noi attacchiamo alle nostre credenze, senza badare se siano vere o false!”
Isaacson aggiunge: “Un altro modo di concepire il sistema limbico è vederlo come regolatore dell’R-complex. In base alle osservazioni sperimentali, tale
regolazione sembra essere di
natura inibitoria. La stimolazione del sistema limbico spesso sopprime
comportamenti incipienti, mentre lesioni in esso prodotte spesso risultano
“liberare” [ovvero disinibire] varie attività” (Isaacson 1982, p. 246). “Il cervello neomammaliano consiste nel Neocortex e
nelle strutture del tronco cerebrale con le quali è primariamente connesso”
(MacLean 1985a, p. 220), come i lemnischi, i tratti piramidali ed anche il
neo-talamo. La neocorteccia è una delle
strutture nervose più ampiamente
studiate, ma allo stesso
tempo una delle meno conosciute. Essa è, a livello umano, la sede del linguaggio ed, in
generale, è la sede di quei comportamenti che permettono ad una persona di
affrontare situazioni nuove ed inaspettate. L’abilità di prevedere il futuro
risiede in essa. Noi dobbiamo
il pensiero cosciente alla neocorteccia: è la sede dell’autocoscienza,
delle concezioni dello spazio e del tempo, delle connessioni di
causalità e di
costanza. “Non si sottolineerà mai abbastanza che questi tre tipi fondamentali
di cervello presentano fra
loro grosse differenze strutturali e chimiche. Eppure devono fondersi e funzionare tutti e tre
insieme come un cervello uno e trino . La cosa straordinaria è che la
natura sia stata capace di collegarli fra di loro e di stabilire una qualche
sorta di comunicazione dall’uno all’altro.” (MacLean 1973a; trad. it. 1984, p.
5). (Da “Il cervello
tripartito“)
Strutture nervose, istanze psichiche e
apprendimento (di A. Oliverio)
Intorno agli anni Settanta del
Novecento, Paul D. MacLean
ha proposto una teoria secondo cui nel corso della storia evolutiva dei
vertebrati l'accrescimento in complessità del sistema nervoso si sarebbe
compiuto attraverso tappe successive che hanno comportato l'emergere di
strutture e funzioni diverse. Per quanto riguarda le strutture più antiche,
quelle del midollo
spinale, esse compaiono nei vertebrati primitivi e giocano
un ruolo, anche nei
vertebrati più evoluti, in attività
riflesse di mantenimento come la respirazione, la
circolazione, la locomozione, l'accoppiamento. Tutti i riflessi, da quelli che regolano la respirazione
a quelli che sono alla base di un'erezione in risposta a stimoli sessuali,
fanno capo a meccanismi innati. Ad un livello superiore strutture cerebrali più
recenti, come il paleoencefalo già presente nei rettili, presiedono ad attività
istintive e sono la sede di
comportamenti emotivi. Nel
paleoencefalo di ogni specie sono codificate alcune
attività istintive: è qui
che sono programmati alcuni meccanismi
innati come il comportamento
sessuale, la fame, la sete, la cura della prole. I comportamenti che
dipendono dalle strutture paleoencefaliche non sono cosi rigidi come quelli
riflessi, e, fatto importante,
hanno correlati di tipo emotivo: ma
pur essendo tipici di una particolare specie animale, sono modificabili
dall'esperienza. Esistono infine, indica MacLean, strutture nervose più sviluppate
nei mammiferi più evoluti, le strutture appartenenti al neoencefalo, principalmente
la corteccia cerebrale
responsabile delle attività di adattamento e di integrazione:
l'individuo non nasce più con un pacchetto di comportamenti predeterminati, è
aperto all'esperienza ed all'apprendimento.
La
concezione “tripartita” del sistema nervoso o “teoria dei 3 cervelli” (i
riflessi del primitivo midollo spinale, gli istinti e le pulsioni del
paleoencefalo, le attività cognitive del neoencefalo) rimanda a tre tappe
evolutive del sistema nervoso dei vertebrati e indica quali sono le origini del
cervello umano: sulla base di questa concezione, le attività riflesse,
istintive e cognitive rispecchiano l’Es, l’Io e il Super-io,
vale a dire i tre livelli psichici postulati nella classica concezione
freudiana. MacLean ha anche sostenuto che vi sono
strutture
(spinomidollari e paleo-encefaliche) legate a processi inconsci, nonché strutture (neoencefaliche)
responsabili delle attività
consce. La teoria di MacLean fornisce una traccia interpretativa
di tipo evoluzionistico e ha il vantaggio di presentare in modo sistematico i
rapporti tra strutture e funzioni dei diversi livelli evolutivi del sistema nervoso
centrale, dal midollo spinale alla corteccia: tuttavia, essa semplifica le
interazioni che esistono tra i vari “livelli” e strutture encefaliche e
presenta una concezione riduttiva dei rapporti tra processi consci e corteccia
in quanto buona parte dei
processi corticali
sono tutt’altro che consci.
Nessun commento:
Posta un commento