Il nostro io è nell’area 46
Una
grande sfida per i neuroscienziati é individuare le aree della corteccia
cerebrale che entrano in funzione quando percepiamo i messaggi che ci
provengono dall'ambiente circostante, li analizziamo e ce li rappresentiamo.
Processi che si verificano in gran parte in modo conscio e che rappresentano
i "mattoni" della coscienza.
Le parti e il tutto
A
questo punto occorre fare una distinzione tra i contenuti specifici e la loro
integrazione, tra le parti e il tutto. I diversi "contenuti" e
aspetti che attribuiamo alla coscienza dipendono dall'attivazione di diverse
aree della corteccia cerebrale (aree visive, uditive, del linguaggio). Siamo coscienti
di vedere qualcosa quando un'immagine viene proiettata sulla corteccia visiva
o ricreata, attraverso le immagini mentali, in questa stessa sede. Siamo
consapevoli di ascoltare quando le parole giungono ai centri del linguaggio.
Siamo consci di pensare, quando "parliamo" a noi stessi attraverso
il linguaggio che dipende da specifiche aree della corteccia cerebrale.
Tomografia assiale cervello soggetto mancino |
I
"contenuti" devono
però essere integrati e fusi tra di loro, così da non essere percepiti
separa-tamente come singole entità.
La
funzione integrativa dei contenuti viene attribuita a un area della corteccia
frontale, anzi della sua parte "prefrontale", la cosiddetta area 46.
Definita anche "l'esecutore centrale" da cui dipendono le diverse
operazioni mentali che eseguiamo in modo cosciente, l'area 46 è presente in
entrambi gli emisferi. Nel caso in cui i due emisferi siano divisi da una
lesione, le due aree 46 sembrano avere una propria a autonomia e il cervello
dimostra di possedere due coscienze. Se l'area 46 viene danneggiata,
soprattutto nell'emisfero sinistro, si verificano profondi disturbi del
comportamento e della coscienza. I movimenti vengono eseguiti in un ordine
errato, vengono ripetuti più volte di seguito (come se non esistesse più la
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percezione della loro avvenuta esecuzione o non venisse dato un segnale di
"fine esecuzione"), l'intelligenza cessa di essere plastica, vengono
compiute azioni inappropriate (come se non ci si rendesse conto del loro
significato e della loro inopportunità in quel dato momento), manca una
percezione emotiva delle conseguenze di ciò che si sta per fare o di ciò che si
è veramente fatto.
La
corteccia frontale, e l'area 46 in particolare, sono dunque coinvolte nella
pianificazione, esecuzione, percezione emotiva e appercezione, cioè coscienza,
dei propri comportamenti. Senza l'intervento della corteccia prefrontale, ogni
singola attività e procedura nervosa procederebbe per conto suo e la mente
sarebbe suddivisa in tanti comparti autonomi. L'esecutore centrale è quindi un
meccanismo unificante, un interprete competente.
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Come un computer
Tuttavia,
vi è anche chi sostiene che la coscienza, pur avendo basi materiali non sia
"unitaria". Il filosofo Daniel Dennett propone che la coscienza
dipenda da un "pandemonio" di operatori, in continuo e parziale
contatto, impegnati a passarsi i diversi "copioni" di ciò che sta accadendo
intorno a noi: memorie, sensazioni, storie più o meno plausibili sui fenomeni
che osserviamo e su cui riflettiamo.
Una
coscienza a immagine di un potente computer che continuamente passa al vaglio
la realtà, esterna e interna, producendo storie congrue e incongrue che vengono
mantenute in memoria e perdute, revisionate e scartate... Il cervello, sostiene
Dennett, "tesse una ragnatela di parole e azioni ma non esiste un soggetto
centrale che soprintende".
Sinistro e destro:
le due metà del nostro cervello hanno competenze molto diverse fra loro, che
diventano evidenti quando si verifica un danno in una della due parti.
Normalmente sono integrate in modo unitario dalla coscienza. Ciascun emisfero
controlla i processi sensoriali e motori, della parte opposta del corpo.
L'emisfero sinistro riceve informazioni e controlla i movimenti della parte
destra e viceversa.
Mappa cerebrale dell'emisfero sinistro con tutte le varie architetture del linguaggio |
L'emisfero sinistro
è l'emisfero della razionalità.
Responsabile del linguaggio, è analitico e considera la realtà scomponendola
nella sue parti. Simbolico e astratto (da un dettaglio può rappresentare la
realtà nella sua interezza), dispone cose ed eventi in una dimensione
temporale. E' logico-matematico.
L'emisfero destro
è l' emisfero dell'emotività. Ha capacità di
sintesi e ricompone le parti della realtà formando un tutto. Concreto e
analogico (vede le somiglianze tra due oggetti o situazioni differenti e non ha
il senso del tempo e mette sullo stesso piano, passato, presente e futuro. E'
artistico e intuitivo.
Molto bello questo blog. Non tratti la didattica con i paraocchi. Spazi dagli studi sul cervello alla didattica tradizionale, dalle cose quotidiane ai grandi temi delle neuroscienze. Citi a menadito Sperry, Damasio, Gazzanica, Oliverio che non tutti associano alla didattica tradizionale. Mi piace. Insegno in un I.C. del Piemonte e come ho digitato Istituto Comprensivo, dopo il Cerini che è il deus ex machina ho trovato te. Preciso documentato, efficiente e pragmatico. Se mi dai una mano vorrei anche io scrivere qualcosa, ma sono pigra come una marmotta. Belle anche le tue foto personali (sic!). Vorrei aderire al tuo blog, grazie. Così ora che inizio l’anno scolastico farò la sostenuta con le colleghe. Ciao! Lucianadalmasso62
RispondiEliminaSono un amica di Lella Costantini, in pensione. Anche mia figlia si sta preparando al prossimo concorso e mi ha parlato del tuo blog. Mi ha fatto notare l’articolo “L’apprendimento personalizzato”. Sono stata per anni la Direttrice Didattica di Lella e ho vissuto l’epoca del Metodo Montessori dei suoi successi. Mi fa piacere che tratti queste cose. Ma vorrei far capire ai giovani quanto si è perso e si perde delle battaglie che abbiamo fatto sul percorso del Metodo Montessori. Perche non ne parli? Te ne sarei grata, farebbe bene a tutti.
RispondiEliminaPs. Lo scritto è di Laura mia figlia ma a me piace il pc più della tv. Un abbraccio. La evergreen Dott. Sa Alice Bongiovanni.
Egregio Amico Professore Gabriele, sono La Dott. Lucrezia Grimaldi amica di Lella Costantini, nonché di Alice Bongiovanni, anche io in quiescenza. Vorrei che Lei parlasse alle “mie amiche” di William Heard Kilpatrick e del suo metodo dei progetti, unitamente al Grande John Dewey. Non altro, grazie. Nella sua fiera intelligenza saprà dare giusto valore alle cose. Dott. Lucrezia Grimaldi.
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