Hanno protestato così i docenti che
chiedono il blocco di 11.892
assunzioni tramite concorso. “Numeri irrisori” rispetto ai 200mila precari in tutta Italia. Ma dal Miur
nessun ripensamento. Oggi Profumo è stato udito alla Camera e dalla piazza si
leva la richiesta di esaurire le graduatorie “No al concorso truffa” e “Disposti a tutto contro il
massacro dell’Istruzione”. È così che i precari della scuola sono
tornati a farsi sentire. Di oggi il presidio a Montecitorio, che si è svolto in
concomitanza con l’audizione alla Camera del ministro Profumo. Chiamato a
fornire ulteriori chiarimenti in merito alle modalità di svolgimento del
concorso per il reclutamento di 11mila e passa insegnati, il ministro è stato
contestato. Dalla piazza arriva forte e chiara la richiesta di bloccare il
bando e tornare alle graduatorie.
LE RAGIONI DELLA PROTESTA – Continua
a suscitare non poche polemiche il concorso che prevede l’assunzione di 11.892
docenti per le scuole di ogni ordine e grado. “Numeri irrisori – spiegano dal
presidio - se paragonati a quelli esorbitanti del precariato scolastico”.
Graduatorie alla mano, solo
a Roma si contano fra i 10 e i 20mila precari. Numeri che a livello
nazionale sfiorano quasi il tetto dei 200mila. Ma a far sobbalzare i precari
della
scuola non c’è solo il numero di posti messi al bando: “Dopo anni di
precariato in cattedra, vogliono di nuovo metterci alla prova, come se i titoli precedentemente
acquisiti e gli anni di servizio svolti non contassero più nulla”. Chi
manifesta, “è gente che si è laureata con il massimo dei voti, che ha fatto la
scuola di specializzazione e che è stata inserita in graduatoria con la
promessa di essere stabilizzata in pochi anni”. “Io per esempio – racconta
Letizia – mi sono abilitata nel 2003 e dopo quasi
dieci anni di insegnamento precario non ho diritto ad essere immessa in
ruolo perché ora c’è il concorso”.
ATTINGERE DALLE GRADUATORIE - Per
legge le immissioni in ruolo possono avvenire tramite scorrimento delle graduatorie per un 50% e tramite concorso per un altro 50%.
“Ma è anche vero – spiega Letizia – che la legge non è così rigida, perché
consente anche di attingere dalle graduatorie per una percentuale maggiore,
senza dunque dover necessariamente ricorrere alle modalità del concorso”. Per
loro sarebbe, fra le altre cose, uno spreco di soldi. Per
il concorso è stato infatti stimato un costo di 130milioni di euro. Una
spesa “inutile quando poi ci sono scuole che cadono a pezzi, classi con 30
alunni e insegnanti precari che non sono messi nelle condizioni di lavorare
bene perché sbattuti da una scuola all’altra”, chiosa sempre Letizia.
LA MOBILITAZIONE NAZIONALE - Malgrado
le varie proteste e contestazioni, dal Miur non sembra esserci alcun
ripensamento. Oggi il ministro Profumo è stato ascoltato in VII Commissione
alla Camera, “ma ha confermato quanto già si sapeva”, spiegano dal presidio.
Intanto i precari si preparano alla mobilitazione: sabato pomeriggio un lungo
corteo di precari provenienti da più parti d’Italia attraverserà la Capitale.
Con partenza da piazzale Esquilino e arrivo a Bocca della Verità, “scenderemo di nuovo in piazza
per ribadiremo l’ennesimo no al concorso truffa”.
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